Auto con false intestazioni, mega truffa

L’ha scoperta la polizia stradale dopo un’indagine condotta su tutto il territorio nazionale. Coinvolte anche società

L’AQUILA. Migliaia di auto falsamente intestate che circolavano in Italia e “seminavano” i più svariati reati, dai furti agli incidenti – spesso con morti e feriti e con fuga e omissione di soccorso - dallo spaccio di sostanze stupefacenti allo sfruttamento della prostituzione, fino alle frodi fiscali. Si tratta di 10mila mezzi individuati dalla polizia stradale nell’ambito dell’operazione «Ghostcar» e «radiati» dalla circolazione. Veicoli intestati a persone inesistenti o prestanome e utilizzati dalla criminalità per commettere reati. Nel corso del lavoro investigativo la Polstrada ha incrociato i dati del Pubblico registro automobilistico (Pra) e della Motorizzazione civile. Un’indagine che ha coinvolto anche l’Abruzzo, tra le prime cinque regioni con maggiori veicoli falsamente intestati, oltre 1450, dopo la Lombardia, l’Emilia Romagna, il Piemonte e la Campania. A illustrare nel dettaglio l’operazione, è stato ieri il comandante del Compartimento di polizia stradale per l’Abruzzo, Mario Nigro, affiancato dalla squadra di polizia stradale del compartimento regionale, che ha coordinato le indagini in Abruzzo. Alcune delle intestazioni fasulle «coinvolgevano addirittura persone decedute», ha spiegato Nigro. La cancellazione dal Pra prelude, ora, al sequestro dei mezzi. In regione sono quattro gli intestatari fittizi accertati, dei quali due originari del Frentano. Si tratta di V.S., 67 anni, intestatario fittizio di 58 veicoli e C.S., 54, intestatario fittizio di 25 veicoli. Ma c’è anche un aquilano: M.M., 45 anni, con 47 veicoli a suo nome. Non solo. La Polstrada ha individuato una società con falso nome giuridico intestataria fittizia di 1321 mezzi: la «A.M. & Company» di A.M., 36 anni. Una società creata proprio per compiere questo tipo di reati e che risulta aver esportato all’estero 104 veicoli con falsa documentazione, già sottoposti a fermi amministrativi, per un danno erariale di circa 1,3 milioni di euro. Gran parte dei veicoli risultano in uso a persone pregiudicate e note alle forze dell’ordine, per lo più di etnia rom o albanesi con precedenti penali per furti e rapine in abitazioni. I possessori delle auto non pagavano il pedaggio autostradale e sono coinvolti in incidenti, furti di carburante nelle aree di servizio e frodi fiscali. Non si riusciva mai a rintracciare gli autori dei reati e i proprietari delle auto utilizzate per compiere gli illeciti. «Alcuni mesi fa nella zona di Lanciano abbiamo bloccato un’Audi A6», ha spiegato il sostituto commissario della Polstrada Danilo Ciucci, «che era entrata e uscita più volte dall’autostrada abbattendo le sbarre del telepass». L’auto, poi, risultò intestata alla società «A.M. & C». «Da lì ci siamo insospettiti e abbiamo incominciato a incrociare i dati a livello nazionale. Siamo riusciti a verificare che questa ragione sociale era in mano alla malavita albanese, che la utilizzava per intestarsi veicoli».

Marianna Gianforte

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