Blundo chiede l’inchiesta

Benedetti: questa città non sarà mai né il Belice né l’Irpinia

L’AQUILA. La visita della presidente della Camera, Laura Boldrini, non ha certo lasciato indifferente il mondo politico locale, a partire dai rappresentanti istituzionali in Parlamento. La senatrice del Movimento 5 Stelle Enza Blundo, presente all’incontro all’auditorium di Renzo Piano, ha chiesto alla Boldrini sostegno nell’istituzione di una commissione d’inchiesta sui fondi mancanti. «Già nel mese di marzo mi ero adoperata per far luce sull’uso delle risorse destinate alla ricostruzione post sisma dell’Aquila e del cratere, intervenendo in Senato con una esplicita richiesta di istituzione di una commissione di inchiesta parlamentare sul punto. Ma nonostante il mio continuo interessamento sulle tematiche legate alla ricostruzione, la richiesta non ha avuto seguito. Dunque il M5s si mobiliterà, anche alla luce del recente intervento della Corte dei Conti, per accelerare l’attività di indagine, a livello istituzionale e territoriale». Entusiasta della visita il presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti il quale, pur preoccupato della situazione attuale, non ha nascosto alla Boldrini un pacato ottimismo: «Questa città non sarà mai né il Belice, né l’Irpinia nonostante le deficienze della politica e il qualunquismo becero dell’autopolitica entrambi contaminati da un livello di controllo democratico non ancora sufficiente e motivato, in Italia come in Europa. L’Aquila», ha aggiunto, «non è un debito per l’Italia ma una formidabile opportunità economica e sociale e risorsa per la Nazione: proprio dall’Irpinia terremotata e da Mirafiori negli anni ’80, Enrico Berlinguer, provò a costruire un’alternativa politica credibile e una proposta di riscatto morale per l’Italia intera». L’assessore comunale alla Ricostruzione, Pietro Di Stefano, è rimasto colpito dall’appello ai giovani da parte della presidente della Camera. «La Boldrini», ha commentato, «ha incitato i giovani aquilani a non lasciare la città, a lavorare insieme alle istituzioni per ricostruirla e per scongiurare, soprattutto, una pericolosa emorragia di cittadini. È la prima volta che sento un’alta carica dello Stato legittimare in maniera così diretta le nuove generazioni di questa città». Per il segretario provinciale di Apindustria, Massimiliano Mari Fiamma. «Questo incontro istituzionale ha evidenziato ancora di più quanto ci stia costando l’assenza di una rappresentanza parlamentare. Per questo auspichiamo il ritorno di Giovanni Lolli in Parlamento, attraverso le dimissioni dell’onorevole Giovanni Legnini che, oltre ad essere opportune alla luce del principio di base della divisione dei poteri in democrazia, sono necessarie per garantire una forte presenza dell’Aquila in un momento in cui tutto sembra crollarci addosso». (fab.i.)

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