Caos alle elezioni, due condanne Presidente di seggio paga i danni 

Dovrà risarcire 30mila euro al Comune di Rocca di Mezzo, 10mila euro dovrà sborsarli il segretario I giudici contabili: «Condotta superficiale». Il voto fu annullato e si tornò alle urne (con nuove spese)

L’AQUILA. Un presidente di seggio, C.M., e il suo segretario, F.R., sono stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire il Comune di Rocca di Mezzo con 40.000 euro (30.000 il presidente e 10.000 il segretario). La vicenda si riferisce a una gestione che i giudici definiscono «superficiale» di un seggio allestito a Rocca di Mezzo in occasione delle elezioni amministrative del giugno 2017.
A scrutinio effettuato risultava eletto sindaco Mauro Di Ciccio che – ufficiosamente – aveva superato l’altro candidato Emilio Nusca per pochissime preferenze. Con sentenza del dicembre 2017 il Tar annullò le procedure elettorali «per errori e incongruenze nella compilazione del verbale riassuntivo delle operazioni elettorali». Il consiglio comunale fu sospeso e fu nominato un commissario prefettizio.
La sentenza del Tar fu confermata dal Consiglio di Stato nel maggio 2018. Il 26 maggio 2019 i cittadini di Rocca di Mezzo furono chiamati di nuovo alle urne e questa volta la vittoria di Mauro Di Ciccio con la lista “Uniti per domani” fu netta e non ci furono contestazioni.
In base alle motivazioni della sentenza del Tar del 2017 fu avviata una indagine della Corte dei Conti su un possibile danno erariale subìto dal Comune relativo alle spese legali e a quelle sostenute per riconvocare e tenere nuove elezioni. I giudici contabili attribuiscono al presidente di uno dei seggi allestiti a Rocca di Mezzo e al suo segretario la responsabilità del “pasticcio” che portò all’annullamento delle elezioni del 2017.
«La Procura» scrivono i giudici «ha ravvisato la sussistenza della responsabilità esclusivamente nei confronti del presidente e del segretario del seggio, ritenendo di non estendere la propria azione nei confronti di altri soggetti, cioè il resto dei componenti del seggio elettorale. Il presidente dell’ufficio elettorale è infatti preposto a una pluralità di attività, con la supervisione degli adempimenti di tutte le fasi delle operazioni dell’ufficio elettorale. Il segretario assiste il presidente in tutte le operazioni del seggio, compilando i verbali. Nel caso di specie appare evidente che le plurime incongruenze emerse – con conseguente compromissione della trasparenza, della regolarità sostanziale e dell’attendibilità delle risultanze stesse – sono certamente riferite alla condotta gravemente colposa e superficiale del presidente e del segretario. I medesimi, infatti, nei loro rispettivi ruoli erano tenuti a garantire la massima accuratezza nell’esecuzione di tutti gli adempimenti connessi e propedeutici al corretto svolgimento delle operazioni elettorali, nonché nella relativa verbalizzazione, proprio allo scopo di assicurare la regolarità delle operazioni e l’attendibilità dei risultati. Al riguardo va rimarcato che il verbale ha proprio lo scopo di riassumere e documentare lo svolgimento delle operazioni e che è pertanto fondamentale che nella relativa compilazione sia assicurata la perfetta corrispondenza delle indicazioni numeriche tra i diversi paragrafi. Né alcun esonero di responsabilità può derivare dalle dichiarazioni del presidente secondo cui i conteggi erano stati effettuati dagli scrutatori e la medesima si era fidata di ciò che essi riferivano. Stante la delicatezza di tali operazioni e l’eventuale attribuzione del relativo compito ad altri non può che comportare il permanere della propria responsabilità, anche sotto il profilo del mancato controllo, essendo egli comunque tenuto anche a una assidua vigilanza».
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