Carcere affollato, appello ad Alfano

Delegazione del Pd visita le celle, Lolli preannuncia un’interrogazione.

SULMONA. Una delegazione del Partito democratico, capeggiata dal parlamentare Giovanni Lolli, ha visitato il supercarcere di via Lamaccio. Un intervento che arriva dopo il suicidio di un detenuto e la protesta degli altri reclusi. Il Pd sollecita soluzioni per adeguare il penitenziario. Lolli ha preannunciato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia.

«La casa di lavoro di Sulmona deve essere chiusa o ridimensionata all’effettiva capacità che l’attuale struttura ha di offrire un lavoro ai detenuti». È quanto affermato dal deputato Giovanni Lolli. La delegazione è arrivata ieri mattina. «Nei prossimi giorni presenterò un’interrogazione parlamentare», ha aggiunto Lolli, «affinché il problema sia posto all’attenzione del ministro Angelino Alfano».

Insieme a Lolli c’erano l’assessore provinciale Teresa Nannarone, Michele Fina, segretario provinciale del Pd, e Giulio Petrilli, rappresentante del partito per il Dipartimento delle garanzie e dei diritti. La visita arriva mentre continua la protesta all’interno del carcere. I detenuti contestano il sovraffollamento. Le contestazioni sono esplose dopo il suicidio e un altro episodio autolesionistico. «Il carcere di Sulmona non è strutturato per avere una casa di lavoro», ha spiegato Lolli, «o il Dipartimento di amministrazione penitenziaria investe le necessarie risorse economiche per mettere in condizione i detenuti di poter lavorare, o è meglio per tutti che la struttura venga chiusa».

Il parlamentare aquilano del Pd ha quindi sottolineato che non c’è un caso-Sulmona ma che il problema carceri investe tutto il Paese. «Dagli incontri avuti con sindacati e direzione del carcere», ha proseguito Lolli, «è emerso che esiste un problema carceri in generale, con un sovraffolamento drammatico a fronte del quale è in atto una continua diminuzione del personale in servizio. E questa è la cosa più preoccupante che va assolutamente affrontata prima che accada l’irreparabile».

Per quanto riguarda il carcere di Sulmona, la delegazione del Pd ha evidenziato che esistono seri problemi nel servizio sanitario, dopo il passaggio alle Asl. «È sempre più difficile per i detenuti accedere al servizio sanitario e anche il personale medico e specialistico non è inquadrato ma è reclutato con contratti a tempo che mal si conciliano con le necessità del carcere», ha spiegato l’assessore Teresa Nannarone, la quale ha preannunciato che la Provincia metterà a disposizione un monte ore per l’assistenza psichiatrica e psicologica ai detenuti, vista la drammatica carenza di questo servizio all’interno del carcere (con 170 detenuti con problemi psichici, nelle mani di un solo psichiatra).

Petrilli ha quindi sottolineato la necessità di coinvolgere il presidente del governo regionale e il consiglio regionale affinché il problema carceri venga inserito tra le priorità da affrontare nelle prossime discussioni all’Emiciclo. «C’è l’immobilismo più assoluto», ha evidenziato Petrilli, «con la questione sanitaria e la formazione professionale che hanno bisogno di urgenti provvedimenti».
Michele Fina ha infine sottolineato la necessità di far ripartire il tessuto socio-economico peligno per poter garantire un reale sostegno anche alla struttura carceraria e ai detenuti.

«Questo carcere è un confino per l’assenza di un qualsiasi collegamento con il territorio», ha concluso il segretario provinciale del Pd, «una riattivazione economica della Valle Peligna significherebbe creare le giuste condizioni per poter offrire quelle opportunità sociali, lavorative ed economiche anche ai detenuti. Questo per un graduale reinserimento nella società, una volta che hanno finito di scontare il loro debito con la giustizia».