Casetta fantasia, salvi 6 insegnanti

La scuola dell’infanzia è stata riconosciuta come paritaria, Cialente soddisfatto

L’AQUILA. “Casetta Fantasia” è stata riconosciuta come scuola dell’infanzia paritaria. È salva la struttura gestita dall’Afm (Azienda farmaceutica municipalizzata). E sono salvi i posti di lavoro delle sei insegnanti. Lo annuncia il sindaco Massimo Cialente: «Sono molto sollevato e felice», dice, «di poter comunicare che è stato possibile fugare tutte le nubi che si erano addensate sul futuro della prestigiosa scuola materna “Casetta Fantasia”, gestita dal Comune dell’Aquila attraverso la sua partecipata in house, l’azienda farmaceutica municipalizzata. Purtroppo, per una precedente non precisa interpretazione delle norme, la materna “Casetta Fantasia” era l’unica scuola non statale che, sebbene di fatto riconducibile al Comune, non era ancora paritaria. Grazie all’ufficio scolastico regionale e al direttore generale Ernesto Pellecchia, come sempre preciso e puntuale in tutte le sue azioni a favore della scuola abruzzese, abbiamo ottenuto questo importante risultato».

Il sindaco Cialente aveva condiviso le preoccupazioni dei sindacati e delle famiglie sulla paventata chiusura della scuola, attiva da molti anni: «Dopo l’incontro con i vertici dell’Afm», prosegue il sindaco, «possiamo comunicare che si rinnovano le iscrizioni alla materna e che si aprirà anche la “sezione Primavera” per i piccoli tra i 24 ed i 36 mesi. Abbiamo deciso, inoltre, di potenziare anche l’offerta formativa, implementando i corsi di inglese per i piccolini e di musica».

«Credo così di poter affermare», conclude soddisfatto il sindaco, «che siamo riusciti a risolvere un grande problema, sia salvando un’esperienza di grande qualità, sia salvando l’occupazione delle educatici (non riuscivo a rassegnarmi all’idea della perdita di posti di lavoro), sia perché riteniamo di poter assicurare rette contenute fra le scuole materne private, visto che in esse sono ricompresi tutti i costi, a partire dai pasti cucinati direttamente in sede».

Romana Scopano

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