Caso di Capestrano, ecco gli esperti 

Tentato femminicidio, indaga il reparto Atti persecutori dei carabinieri da Roma

CAPESTRANO. Le istituzioni hanno preso sul serio il tentato femminicidio di Capestrano, che ha sconvolto il piccolo paese dell’Aquilano e tutta la provincia. Tanto da inviare all’Aquila i super esperti, i carabinieri del reparto Atti persecutori di stanza a Roma. I militari partecipano alle indagini sui fatti del 14 novembre scorso, quando la 34enne S.B., secondo gli inquirenti, è stata colpita da una decina di coltellate sferrate dal marito, J.B. di 36 anni, in diverse parti del suo corpo. L’aggressione è avvenuta al culmine di una lite nella casa della coppia nel centro di Capestrano, alle 11 del mattino mentre i due figli erano a scuola. Lui ha poi tentato di togliersi la vita con un mix di farmaci: dimesso dall’ospedale è finito in carcere con l’accusa di tentato omicidio aggravato dal rapporto di coniuge e dai futili motivi (la gelosia). Lei si è difesa ed è riuscita a salvarsi: è ancora ricoverata all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, ma le sue condizioni sono in miglioramento. La ferita nell’animo, invece, sarà più difficile da guarire. È anche per questo, oltre che per ricostruire i dettagli della violenza, che è scesa in campo la task force dei carabinieri da Roma. Il reparto Atti persecutori dell’Arma, infatti, è composto da militari specializzati sulla violenza di genere, con esperti in psicologia, in criminologia e in informatica. Si occupa di fornire agli altri reparti dell’Arma un supporto specialistico nelle indagini, anche nell’esecuzione di audizioni protette delle vittime vulnerabili, ma si occupa pure di sviluppare studi e ricerche sul fenomeno della violenza di genere e della violenza domestica, oltre che di analizzare i flussi informativi provenienti dell’Arma territoriale attraverso i quali vengono rilevati i fattori di rischio dei singoli casi. Il reparto è impegnato anche nella sensibilizzazione con incontri nelle scuole, progetti di collaborazione interistituzionali sviluppati a livello nazionale e internazionale. Il reparto Atti persecutori è nato nel 2009 contestualmente all’istituzione dell’omonimo reato ed è collocato nell’ambito del Reparto analisi criminologiche (Rac) del Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche (Racis).
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