Cialente bacchetta la classe dirigente: cosa fa per L’Aquila?

Il sindaco attacca magistrati, sindacalisti e giornalisti Replica a Visconti: le sue idee provinciali e disinformate

L’AQUILA. «La classe dirigente della città non è solo quella politica, l’unica tra l’altro che si sottopone periodicamente ad un esame elettorale e a critiche quotidiane. È formata anche da coloro che hanno responsabilità importanti nei diversi settori della vita economica e istituzionale della comunità».

Il sindaco Massimo Cialente prende spunto dalle critiche mosse dal professor Guido Visconti, scienziato ed ex docente universitario oggi in pensione, che sulle pagine del Centro ha parlato di «un sindaco con tante idee, ma confuse», per richiamare «chi ha peso e potere» ad una maggiore partecipazione e senso di responsabilità. E lo fa, in un lungo post su Facebook, tirando in ballo imprenditori, giornalisti, direttori di banca, dirigenti ospedalieri, magistrati, professori universitari, sindacalisti.

«Quelli che», dice Cialente, «certo grazie ai loro talenti, ricevono di più in termini di remunerazioni e guadagni e godono di alcuni privilegi che non toccano ai comuni cittadini, la cui qualità della vita dipende molto dal loro agire. Insomma, oneri e onori, come mi insegnò il mio vecchio primario, quando divenni aiuto ospedaliero».

Cialente non è nuovo a questo tipo di sortite. Nel mirino del sindaco sono finiti, qualche tempo fa, i giornalisti. L’elenco delle categorie dei “privilegiati” ora si allunga ed ecco spuntare imprenditori, direttori di banca, magistrati, medici, sindacalisti, presidenti di associazioni di categoria. «Non bisogna aver letto tutti i sacri testi dello sviluppo locale, internazionali e nazionali, da Florida a Trigilia», incalza Cialente, «per capire che i destini dei territori e delle comunità sono legati alle capacità di queste persone. Territori vincenti hanno classe politica e dirigente capaci e sinergiche. I territori che muoiono le hanno entrambe incapaci. Sopravvivono, con alterne fortune, quelli nelle quali una delle due, a stento, trascina l’altra».

Quanto alle critiche di Visconti, il sindaco le bolla come «idee vecchie e provinciali, assolutamente disinformate». E sulla vicenda della sede della Sovrintendenza dei beni architettonici (Mibact) a Chieti, precisa: «Quella museale sarà all’Aquila, ormai dovrebbero averlo capito tutti, e sarà sede distaccata del Maxxi: una tessera enorme, dorata, come un’icona bizantina nel puzzle del progetto di ricostruzione della città». Un altro “errore blu” imputato a Visconti è quello del laboratorio di Fisica nucleare (Infn), ad oggi Gran Sasso Science Institute. «Il futuro di questo comprensorio, nell’ottica di una macroregione, è legato soprattutto alla realizzazione della città della conoscenza, dei saperi, delle arti, della cultura, dei turismi, dell’alta qualità della vita, della riscoperta del settore produttivo di nicchia primario», afferma Cialente, «sono questi i presupposti che attirano talenti, capitali e industrie moderne».

E ancora, il sindaco cita la donazione del laboratorio Eni, «progetto respinto dall’Università» e la fatica «per recuperare i fondi per Collemaggio. Allo stesso modo il ponte sulla Mausonia e la storia dell’aeroporto, specchio della vischiosa trasversalità di certi ambienti della nostra città. È arrivato forse il momento di cominciare a riscrivere la storia dell’Aquila. E questo compito toccherà soprattutto ai giovani».

Monica Pelliccione

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