Crac M&P, il 12 giugno l’udienza  per la bancarotta fraudolenta 

Il giudice ha fissato la data per la decisione dopo la richiesta del pm di rinvio a giudizio per 8 imputati Sono accusati per le attività legate alla gestione della sosta all’interno del terminal bus di Collemaggio

L’AQUILA. Con l’accusa di bancarotta fraudolenta il pubblico ministero del tribunale dell’Aquila, Marco Maria Cellini, ha chiesto il rinvio a giudizio degli 8 indagati nell’ambito dell’inchiesta sul fallimento della società consortile “M&P”, che gestiva il megaparcheggio di Collemaggio e i parcheggi a raso.
Si tratta degli imprenditori e professionisti Lorenzo Santilli, 67 anni, aquilano, ex presidente della Camera di commercio dell’Aquila; del fratello Mauro Santilli, 63 anni; degli avvocati Pierluigi Marramiero, 45 anni, di Pescara e Antonio Pimpini, 60 anni, di Chieti; Danilo Di Costanzo, 61 anni e Alfiero Marcotullio, 65 anni, di Chieti; Antonio Vittorini, 65 anni, e Raffaele Natuzzi, 41 anni, dell’Aquila.
Il giudice per l’udienza preliminare, Guendalina Buccella, ha fissato l’udienza preliminare per il 12 giugno. Secondo l’accusa gli imputati «avrebbero distratto fondi amministrando la M&P, provocando il dissesto della società e omettendo di annotare 2 milioni e 600mila euro dal passivo fallimentare». Il solo Lorenzo Santilli avrebbe agito «in qualità di amministratore di fatto dell’azienda», fallita nel 2022 con un passivo di 7 milioni 600 mila euro. Per l’accusa, «i fratelli Santilli, Vittorini e Di Costanzo avrebbero dissipato il credito di 190mila euro della società fallita nei confronti dei soci Geser, riferibile a Santilli Mauro, della Felici costruzioni, riferibile a Santilli Lorenzo, e Blu Parking, riferibile ad Alfiero Marcotullio, adottando una delibera di riduzione del capitale societario».
In particolare, l’8 agosto 2019, «qualche mese prima che la M&P fallisse, il cda ha approvato la riduzione del capitale del Fondo consortile da 500mila a 10mila euro». Secondo il pm «i soli Lorenzo Santilli e Marcotullio distraevano dalle casse della società 200mila euro a favore della Ecoesse, senza causale e giustificazione commerciale».
Le indagini hanno preso il via dopo la richiesta di fallimento avviata dal Comune dell’Aquila nei confronti della M&P. La magistratura contabile ha aperto un'inchiesta parallela per «danno erariale quantificabile in 218mila euro ai danni del Comune dell’Aquila».
Tra i creditori figurano, tra gli altri, il Comune dell'Aquila (1,4 milioni di euro), quello di Teramo (1 milione 36mila), l'Agenzia delle entrate (1 milione 34mila).(cr.aq)
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