De Nino-Morandi, nuove proteste 

Il comitato dà battaglia. Alunni per altri due anni nel complesso di Sant’Antonio

SULMONA. È pronto a scendere in piazza il comitato del De Nino-Morandi, al termine del decimo anno scolastico senza la sede storica di via D'Andrea, chiusa dal 17 ottobre 2014 per l’inchiesta sui presunti lavori post sisma realizzati in modo errato, che è andata in prescrizione nei mesi scorsi con il proscioglimento dei sette imputati. A ridare vigore alla querelle è il referente del comitato, Franco D’Amico, ex docente dei due istituti, chiamando in causa la prefettura dal momento che, nonostante le rassicurazioni arrivate lo scorso gennaio nel precedente tavolo istituzionale, la gara per i lavori non è stata ancora bandita. «Non si ravvisa uno stato di avanzamento delle procedure richieste, nonostante le continue interlocuzioni telefoniche con gli uffici provinciali», scrive D’Amico nella lettera inviata al prefetto. «Al momento non risulta inoltrata l’istanza di dissequestro, che non può più essere subordinata ai lavori da svolgere nell’edificio scolastico, dal momento che è stato chiuso il filone penale dell’inchiesta. Da interlocuzioni avute con il Provveditorato alle opere pubbliche, finora soggetto attuatore dei lavori, si è appreso che con l’entrata in vigore del nuovo codice degli appalti, l’ente non potrà più effettuare alcun inserimento automatico nel sistema, a meno di autorizzazioni da parte delle istituzioni. L’inserimento doveva essere a cura della provincia». D’Amico chiede quindi un nuovo incontro tra una delegazione del comitato, il presidente della Provincia, rappresentanti del provveditorato e dirigenza scolastica per definire la situazione, e per ottenere il dissequestro della scuola, finora rimasto lettera morta. Nel frattempo Comune e Provincia hanno rinnovato la convenzione per l’edificio di Sant’Antonio, sede alternativa degli aspiranti ragionieri e geometri. La popolazione scolastica era rientrata a Sulmona nel settembre 2022, dopo un primo trasferimento all’Iti di Pratola Peligna. Il contratto, in scadenza a giugno, è stato rinnovato per altri due anni, con la speranza che si riesca a mettere mano alla sede storica. L’effetto del rientro in città si è visto intanto sulle iscrizioni aumentate del 50% rispetto allo scorso anno, soprattutto per il corso costruzioni, ambiente e territorio. (a.d.a.)
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