Fondi per una società inattiva In due sotto accusa per truffa

Uno degli imputati è stato rinviato a giudizio mentre l’altro ha patteggiato quattro mesi La Procura: hanno ottenuto 86mila euro dall’Unione europea a fronte di un investimento fittizio

L’AQUILA. Due imprenditori sono finiti sotto accusa per una presunta truffa ai danni dello Stato. Si tratta di Daniele Masoni, nato a Taranto nel 1961, ma residente all’Aquila, e il pizzolano Carmine Servilio (43).

I due sono stati indagati per l’ottenimento di fondi che secondo il pm non erano dovuti. Essi, secondo l’accusa, «al fine di conseguire un ingiusto profitto, utilizzando l’artifizio della documentazione inoltrata dalla società Iss, quale rendicontazione necessaria per ottenere finanziamenti comunitari Docup» ottenevano un contributo di oltre 83mila euro a fronte di un investimento dichiarato di circa il doppio che secondo la Procura risulta inesistente. Questo nonostante la società fosse ferma dal 2008. Inoltre si sarebbero fatti rimettere nei termini, nonostante la scadenza, asserendo difficoltà a produrre documentazione richiesta in quanto ricadente nell’area del cratere.

A Masoni, almeno inizialmente, la Procura ha contestato anche il falso in quanto avrebbe attestato che la società era ancora in attività e che si trovava all’interno del cratere. Il Docup è lo strumento che permette di attuare le politiche europee di aiuto nelle zone svantaggiate. Attraverso il Docup, dunque, si accede ai fondi di Unione europea, Stato e Regione, per creazione e sviluppo di piccole e medie imprese.

Ieri, in seguito alla richiesta di rinvio a giudizio della Procura della Repubblica, i due sono comparsi davanti al giudice per le udienze preliminari del tribunale Giuseppe Romano Gargarella.

Servilio, assistito dagli avvocati Manuela e Ferdinando Paone, ha patteggiato quattro mesi di carcere con i benefìci di legge,

Masoni, invece, ha fatto un’altra scelta e il gup lo ha mandato a giudizio. Il processo si terrà all’inizio di novembre.

Nel corso del procedimento Masoni è stato assistito dall’avvocato di fiducia Vincenzo Calderoni.

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