Fuga di notizie, scagionati tre imputati 

Il presidente del tribunale proscioglie un tenente colonnello dei carabinieri, un ex militare e un imprenditore teramano 

L’AQUILA. Sul banco degli imputati un tenente colonnello dei carabinieri, un ex militare dell’Arma e un imprenditore. L’accusa: rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio, reato contestato in concorso. Il giudice per l’udienza preliminare che scrive una sentenza di non luogo a procedere a carico dei tre imputati è il presidente del tribunale, Ciro Riviezzo, visto che altri giudici erano tutti incompatibili per essersi già occupati dei fatti oggetto della causa. Sullo sfondo la maxi-inchiesta per i lavori a Palazzo Centi – storica sede della giunta regionale – che si è diramata in diverse direzioni.
Uno di questi “stralci” dell’inchiesta madre è stato definito nella mattinata di ieri. Giuliano Gambacorta, di 72 anni, nato e residente a Teramo, imprenditore; Fernando Di Nicola, di 56 anni, nato a Teramo e residente a Colledara, carabiniere in pensione; Carmine Caracciolo, di 57 anni, nato a Venezia, residente a Colleatterrato Alto di Teramo sono stati prosciolti al termine dell’udienza preliminare che si è celebrata a palazzo di giustizia a un anno dalla richiesta di rinvio a giudizio. Gambacorta e Di Nicola sono stati assistiti dall’avvocato Eugenio Galassi del Foro di Teramo, Caracciolo dall’avvocatessa Libera D’Amelio. In aula l’avvocato Galassi ha chiesto il proscioglimento a carico di tutti e tre gli imputati. Decisiva la richiesta di trascrizione delle intercettazioni. La pubblica accusa aveva contestato ai tre le “soffiate” che venivano dall’interno, visto che il tenente colonnello Caracciolo (poi trasferito a Chieti) all’epoca dei fatti era responsabile della sezione di polizia giudiziaria dell’Arma. Beneficiario delle spiate un dirigente regionale. Tuttavia il presidente del tribunale ha deciso per il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste (2° comma).
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