Gli applausi dopo l’arresto «Per noi è una liberazione»

I residenti vicino all’ex edificio Itis: quello stabile era il regno dello spaccio I carabinieri: serve l’aiuto delle forze sane della società per debellare il fenomeno

PRATOLA PELIGNA. Quando i carabinieri sono usciti dal palazzo di Valle Madonna tutti i residenti presenti li hanno salutati con un lungo applauso. Quasi un gesto di liberazione per manifestare la gratitudine verso chi, finalmente, stava “ripulendo” il popoloso quartiere da metastasi che rischiavano di minare l’integrità delle tante famiglie e dei tanti adolescenti che ci vivono.

Da mesi l’ex edificio che ospitava l’Itis era diventato una sorta di supermercato della droga. Ogni giorno era un continuo andirivieni con decine di tossicodipendenti provenienti dai paesi della Valle Peligna, che raggiungevano Pratola per rifornirsi di droga. Con l’azione che ha portato all’arresto di una persona e alla denuncia di un’altra, oltre al recupero di quasi un chilo di sostanze stupefacenti, i carabinieri di Popoli hanno inferto un colpo mortale al regno dello spacciuo. Una botta che ha fatto male e che i residenti di Valle Madonna, hanno accolto con sospiro di sollievo vista la “piega” che stava prendendo la situazione. «Abbiamo segnalato la situazione in diverse circostanze», afferma Giuseppe, che preferisce non rivelare il cognome per il rischio di ritorsioni, «in quel palazzo succedeva di tutto. Entravano, uscivano e si riunivano alla luce del sole senza che nessuno intervenisse a mettere fine a un mercato che avveniva alla luce del sole. Tutti sapevano ma nessuno interveniva. Finalmente i carabinieri li hanno smascherati e li ringraziamo per quello che sono riusciti a fare a salvaguardia dell’integrità sociale del nostro quartiere».

«L’azione di contrasto alla diffusione delle sostanze stupefacenti è una costante operativa dei carabinieri, trasversale e senza limiti di sorta», afferma il capitano Antonio Di Cristofaro, originario di Pratola Peligna, «Se da una parte l’attività di repressione rappresenta un nostro dovere giuridico ben preciso, è altrettanto vero che l’attività di prevenzione rappresenta un obbligo morale di tutti e dunque, una sana e qualificata campagna di informazione, da parte dei soggetti legittimati come la scuola, le famiglie, le parrocchie, le associazioni culturali e sportive, rappresenta uno strumento complementare, indispensabile per contrastare la diffusione delle sostanze stupefacenti e difendere i nostri ragazzi».

Claudio Lattanzio

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