Gran Sasso, gli operatori in ansia per il caso delle funi da sostituire 

Pignatelli (Centro turistico): «Anche gli albergatori sono preoccupati per l’effetto della sentenza» A rischio la stagione estiva e la prossima invernale. Ricerca di mercato per reperire i cavi speciali

L’AQUILA. Pasqua sugli sci per pochi affezionati. Ieri giornata nera per il troppo vento. Ma il peggio deve ancora arrivare. Per la funivia del Gran Sasso, e di conseguenza per gli impianti di risalita di Campo Imperatore e l’accoglienza alberghiera e della ristorazione, si prevede una lunga Quaresima. La sentenza del Tar che impone al Comune di sostituire le quattro funi portanti della funivia può avere effetti – sentenza che l’ente vuole impugnare – su tutto il sistema Gran Sasso.
cosa succede ora
L’amministratore unico del centro turistico Gran Sasso Dino Pignatelli, il cui incarico scadrà il 13 settembre, prova ad anticipare gli scenari che un pronunciamento del genere è destinato a disegnare. «Per prima cosa», afferma Pignatelli, «va chiarito che il soggetto titolato a reperire i fondi e le funi è il Comune, come proprietario dell’impianto, e non chi ne cura la gestione. Con ogni probabilità si procederà con una ricerca di mercato per reperire le ditte in grado di preparare quel tipo di funi, che certamente non sono prodotti disponibili già pronti. Ci sono tre ditte, due del Nord Italia e una francese, che sono specializzate in questo tipo di produzioni. Intanto, in attesa di capire se verrà percorsa la strada del ricorso al Consiglio di Stato, le procedure andranno avviate».
ultimo mese di attività
La funivia ha cominciato ieri l’ultimo mese di attività prima dello stop forzato. «L’impianto», prosegue Pignatelli, «può restare in funzione fino alla fine del mese, per gli impianti si vedrà. Va sempre tenuto conto del fattore neve. Il vento caldo si sta mangiando tutta la neve. Se avremo inversioni di tendenza è impossibile prevederlo, ma di fatto ci avviamo verso la conclusione della stagione. Sarò io a seguire questa fase post-sentenza almeno fino alla scadenza del mio contratto. Ma l’effetto principale di questo pronunciamento, per ora, è il danno economico e d’immagine per tutto il territorio di cui, forse, non si è percepita fino in fondo la portata. Di botto ci siamo trovati a dover affrontare un problema generato dal fuoco amico, perché tutto nasce dall’esposto che, poi, è stato preso in considerazione, ma ora non si può tornare indietro. L’aspetto principale è il danno causato ai lavoratori del Centro turistico, Non tutti avranno i sostegni previsti, visto che ci sono anche gli stagionali. Il danno si riverbera, poi, sui maestri di sci, sui ristoratori e gli albergatori i quali, in queste ore, stanno ricevendo telefonate con richieste di prenotazioni per l’estate e non sanno cosa rispondere vista questa situazione di incertezza».
tabella di marcia
«Il primo maggio si chiude la funivia», conferma ancora Pignatelli. «E poi comincerà la corsa contro il tempo. Si prevedono almeno sei mesi di stop, quindi si va a compromettere la prossima stagione invernale se non si riuscirà a partire in tempo. Presupposto fondamentale è il reperimento dei fondi, dal quale tutto discende. Dopo tanti anni di attività professionale in questo settore mai mi sarei aspettato di vivere una situazione del genere. Noi le nostre verifiche le abbiamo fatte tutte: saremmo stati degli incoscienti ad aprire un impianto non sicuro. Siamo ampiamente nei termini di legge e dico pure che, nelle funi di 40 anni, alcuni fili rotti può capitare che ci siano. Ma da qui a cambiarle tutte... In realtà nel 2028, con la revisione generale, era prevista la sostituzione. Ma ci si sarebbe arrivati in una situazione completamente differente da quella di oggi, con i tempi normali per l’approvvigionamento e per organizzare un lavoro complesso con i ritmi giusti. Cercheremo di gestire al meglio questa sfida e di ridurre i tempi del fermo».
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