«Il paese dal 2009 non ha una chiesa» 

Il Comitato: «Dal terremoto non si è fatto nulla per i nostri edifici sacri». Sopralluogo del segretario regionale Beni culturali

SAN DEMETRIO NE’ VESTINI.. L'architetto Stefano D'Amico, segretario regionale per i Beni culturali d'Abruzzo, ha fatto visita nei giorni scorsi a San Demetrio, su invito del comitato San Demetrio Futuro, che si batte per il restauro delle numerose chiese del comune vestino, che da 10 anni sono inagibili e quindi chiuse.
D'Amico, che era accompagnato dall'architetto Augusto Ciciotti, ha compiuto un sopralluogo negli edifici sacri del paese. «Durante il sopralluogo», scrive il Comitato in una nota, «abbiamo illustrato all'architetto D'Amico gli aspetti storico-artistici che caratterizzano i diversi edifici di culto».
LA CHIESA PARROCCHIALE. «Siamo partiti dalla chiesa parrocchiale di San Demetrio, edificata nel 1600, con epigrafi e frammenti di epoca romana e con elementi di un preesistente e antichissimo luogo di culto, che si pensa eretto ai tempi di Carlo Magno. All’interno c’è un organo settecentesco di pregio, con statue di angeli musici. Il campanile era una torre d’avvistamento, ben visibili due meridiane che segnavano l’ora per tutto il giorno nelle diverse stagioni».
S. MARIA DEI RACCOMANDATI. «Siamo passati poi alla chiesa di Santa Maria dei Raccomandati, la cui imponente facciata domina il borgo. All'interno c'è un affresco cinquecentesco di cui si può ammirare ancora la bellezza; negli anni Settanta del secolo scorso dalla chiesa fu rubata una tela del Giordano. Fino al sisma del 2009 ospitava quattro preziosi dipinti di Teofilo Patini, rimossi e conservati altrove in attesa, ci auguriamo, che la loro ricollocazione avvenga in tempi non troppo lontani. San Demetrio», prosegue il comitato, «ha ben tredici chiese, che dimostrano la profonda fede dei nostri avi che, con grandi sacrifici, ne finanziavano i lavori di edificazione, di ricostruzione e di mantenimento».
MEMORIA COLLETTIVA. Il Comitato San Demetrio Futuro, costituitosi nel marzo scorso, «si fa portavoce dell’intero paese, nella convinzione che la ricostruzione delle chiese sia obiettivo fondamentale per la riscoperta, la conoscenza, la tutela e la promozione del patrimonio che permane nella memoria collettiva e che, in quanto tale, dà identità e dà il senso di appartenenza al proprio paese».
IL GUANO. «Durante il sopralluogo, ci si è soffermati anche sulla Chiesa della Santissima Annunziata, eretta nell’anno 1499, su cui da tempo è stata richiamata l’attenzione, anche sanitaria, per la presenza massiccia di guano, che sta compromettendo irrimediabilmente la possibilità di recupero delle opere in essa presenti. Escludendo Santa Balbina, da tempo semidiruta, le più antiche chiese sono San Mauro e San Giovanni Battista, originariamente detta “al vangatoio”, citata nella Bolla di Papa Alessandro III del 1178. Nella Villa Collarano», prosegue il Comitato, «c'è la chiesa di Sant’Antonio, da sempre significativo luogo di culto per la profonda devozione popolare al Santo. Nonostante sia inagibile da dieci anni, i residenti della villa Collarano hanno rinnovato ogni anno, dal 2009 ad oggi, nell’adiacente piazzetta, le tradizioni della distribuzione del pane benedetto, nel mese di giugno, e del rito del fuoco di Sant’Antonio».
LA CHIESA DI STIFFE. «La Chiesa di Sant’Andrea di Stiffe è collocata, dagli studi del Nunzio Orlando Antonini, tra i più interessanti monumenti religiosi dell’antico contado forconese, meritevole di essere inclusa tra le più pregevoli architetture sacre. Fu una pieve prima dell'anno 1000. Radicalmente modificata nel XV secolo e ricostruita dopo il sisma del 1703, da essa provengono le statue cinquecentesche in terracotta policroma Sant'Andrea di Saturnino Gatti e Santa Caterina, recentemente restaurate ed esposte al Museo Nazionale».
NON SI È FATTO NULLA. Il Comitato San Demetrio Futuro intende proseguire con sistematicità e fermezza nel percorso intrapreso. «Dal 2009 a oggi non si è fatto nulla per le nostre chiese. Seppure nella consapevolezza che l'iter burocratico non sarà breve, siamo fermamente intenzionati ad attivare ogni azione necessaria per tenere desta l’attenzione degli organi preposti, per ottenere l’inserimento nel prossimo programma triennale e il finanziamento che porti all’avvio dei lavori». Il Comitato è composto da Giuseppina Riocci, Giuseppe Pichelli, Sandro Filauro, Claudio Mancinelli, Angelamaria Salvatore, Davide Porrelli, Giancarlo Turco e Tina Cardaci.
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