Il pm: «Si processino gli Stati»

Corruzione, chiesto il rinvio a giudizio per padre, figlia e altre 3 persone. Ezio: processo da evitare

AVEZZANO. Chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di corruzione per Ezio Stati, sua figlia Daniela, ex consigliere regionale, il genero Marco Buzzelli, Sabatino Stornelli e Vincenzo Angeloni. Continua intanto a gridare la sua innocenza Ezio Stati che parla di un processo «che non si doveva fare». In più occasioni aveva chiesto di accelerare le fasi del processo visto che fino a ora è durato oltre sei anni. Nel corso dell’udienza di ieri mattina il gup Francesca Proietti ha rigettato l’eccezione di incompetenza territoriale presentata dai legali di Stornelli. È stata presentata anche una seconda eccezione chiedendo l’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche e anche in questo caso non è stata accolta.

Il giudice è rientrato più volte in camera di consiglio dove il pm Savelli ha richiesto il provvedimento di rinvio a giudizio. Nel 2013 una sentenza del Gup di Avezzano, Andrea Taviano, ha annullato le imputazioni a loro carico. La vicenda risale agli anni 2008-2009, periodo in cui, secondo l’accusa, la famiglia Stati, e in particolare Daniela (che tra il 2009 e il 2010 ricopriva la carica di assessore regionale all’Ambiente) avrebbe percepito regalie da Angeloni e Stornelli utilizzate a scopo di corruzione. Le indagini della Procura di Pescara avevano poi portato il processo all’Aquila. Successivamente il trasferimento ad Avezzano.

Per il processo era stata chiesta la riformulazione dei capi di imputazione e il successivo pm dell’inchiesta, Roberto Savelli, aveva firmato l’avviso di conclusione delle indagini contestando ai cinque il reato di corruzione aggravata. Con il processo che entra nel vivo, in caso di rinvio a giudizio ci sarà una passerella di personaggi politici senza precedenti, con nomi del calibro di Silvio Berlusconi e Guido Bertolaso, il primo allora presidente del consiglio, il secondo responsabile della Protezione civile nazionale. In base alle indagini, infatti, la Stati avrebbe fatto pressioni sull’allora presidente della Regione, Gianni Chiodi, per modificare un’ordinanza della Presidenza del Consiglio per far rientrare la società regionale Abruzzo Engineering – partecipata dal socio privato Selex – tra quelle qualificate per le pratiche della ricostruzione del post sisma dell’Aquila. Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Alfredo Iacone, Antonio Milo e Cesare Placanica.

Pietro Guida

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