Indagati 19 poliziotti della Stradale Le accuse: «Dormivano nelle auto» 

Così il pm: le condotte hanno pregiudicato il sistema di sicurezza, prevenzione e soccorso della viabilità Lavorano nella sezione di Pratola Peligna. Ipotizzato per alcuni anche il reato di furto, falso e peculato

PRATOLA PELIGNA. Le accuse sono pesanti più dei macigni, soprattutto per chi indossa una divisa. Diciannove agenti della sottosezione della polizia stradale di Pratola Peligna, che ha compiti di controllo e vigilanza anche sull’autostrada A25 e in altre zone della provincia aquilana, sono finiti sotto inchiesta per falso, peculato, omissioni d’atto ufficio e furto. Reati contestati a vario titolo e ovviamente tutti da dimostrare. Per dieci di loro il sostituto procuratore di Sulmona, Stefano Iafolla, ha chiesto la misura interdittiva che consiste nella sospensione per un anno da ogni attività inerente la qualifica di pubblico ufficiale.
GLI INDAGATI
Gli indagati sono Alfonso Bartoli di Sulmona, Pasquale Berarducci, attuale sindaco di Rocca Pia, Luigi Capaldi, di Sulmona, Alessandro Cruciani di Introdacqua, Beniamino Del Rosso di Anversa degli Abruzzi, Giovanni De Sanctis di Goriano Sicoli, Paolo Di Loreto di Campo di Giove, Sandro Fasciani di Molina Aterno, Vincenzo Fiorentino di Sulmona, Alessio Imperatore di Sulmona, Luca Madonna di Sulmona, Marco Novelli di Rosciano, Franco Perna di Molina Aterno, Dino Petrella di Pratola Peligna, Christian Presutti di Pianella, Gianni Ranieri di Pettorano sul Gizio, Domenico Simonetti di Gioia dei Marsi, Michele Stinziani di Bugnara, Angelo Tarola di Pratola Peligna.
LE ACCUSE
La principale contestazione è quella di aver abbandonato, sistematicamente, per soli fini personali, il posto di lavoro, in violazione dell’ordine e delle disposizioni generali o particolari loro impartite, con l’aggravante di aver cagionato, in tal modo, l’interruzione di un servizio. Dalla complessa e articolata indagine è emerso, con l’evidenza di riscontri oggettivi, che gli indagati, in maniera del tutto spregiudicata e in totale spregio del ruolo ricoperto, dopo aver iniziato il servizio, spesso in ritardo rispetto all’orario effettivo, si recavano e intrattenevano, per fini esclusivamente personali, in alcuni esercizi commerciali in località estranee alla giurisdizione di competenza, ovvero si intrattenevano con terzi estranei per fini privati. Nello svolgimento dei turni serali e notturni, altresì, gli stessi, dopo aver percorso brevi tratti autostradali, si appartavano, in zone interdette al traffico veicolare, per dormire all’interno dell’autovettura o, rientrando anticipatamente in sede, senza alcuna giustificazione, rimanevano a dormire nelle auto parcheggiate anche all’interno della sottosezione di polizia stradale di Pratola durante l’orario di servizio. Secondo Iafolla «la sistematicità di tali condotte, unita a un senso di impunità con cui questi soggetti hanno inteso svolgere il proprio ruolo di agenti della forza pubblica, ha pregiudicato l’intero sistema di sicurezza, prevenzione e soccorso della viabilità sul territorio di loro competenza ovvero del servizio d’istituto, in considerazione che, l’attività viene svolta dagli indagati, in via esclusiva, sulla rete autostradale».
ANCHE IL FURTO
Ad alcuni indagati viene contestato anche il reato di furto. Scrive il pm: «Veniva commesso da taluni poliziotti all’interno delle stazioni di servizio di proprietà della Teramo srl. Sebbene, nei casi accertati, si è trattato di un danno tenue dal punto di vista patrimoniale, occorre evidenziare la gravità del fatto posto in essere da chi aveva e ha il dovere di tutelare l’ordine e vigilare per la prevenzione e repressione dei reati». Infine, alcuni indagati, sempre per l’accusa, hanno utilizzato l’auto di servizio per fini personali.
L’INTERROGATORIO
Il gip Alessandra De Marco ha fissato l’interrogatorio di garanzia per il prossimo 15 giugno. Un atto dovuto dopo la richiesta di applicazione della misura cautelare interdittiva da parte della Procura.
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