L'Aquila, il centro storico riapre a metà: è polemica

Cialente riapre la parte di città chiusa dopo le scosse degli scorsi giorni, ma le categorie sono pronte a mobilitarsi e a chiedere il risarcimento dei danni. ça protesta di un commerciante bloccato al varco della Fontana Luminosa

L’AQUILA. Il sindaco Massimo Cialente ha firmato ieri sera, al termine delle prime verifiche sullo stato in cui versano i puntellamenti, l’ordinanza con la quale viene parzialmente riaperto il centro storico che era ridiventato da sabato scorso off-limits a causa del nuovo sciame sismico che sta interessando L’Aquila e dintorni.

Il provvedimento stabilisce che sono di nuovo percorribili per i pedoni, ma «con percorsi di mezzeria», e per le auto autorizzate, alcune strade. Si tratta di corso Vittorio Emanuele, nel tratto che va da piazza Duomo fino agli incroci con via San Bernardino e corso Principe Umberto e in quello compreso tra piazza Battaglione Alpini e via Garibaldi; via San Bernardino; via Garibaldi (fino all’incrocio con piazza San Silvestro); via Sallustio (nel tratto compreso tra via XX Settembre fino al civico 68) e via Antonelli fino al civico 8.

Un’ordinanza che consente anche la riapertura, ma solo dietro la presentazione di un nuovo certificato di agibilità parziale (tra l’altro richiesto per tutte le attività commerciali presenti in centro) dei locali che insistono sulle strade in questione, dove vigili del fuoco e tecnici comunali hanno già effettuato i dovuti controlli.

Ma la parziale riapertura del centro storico non è servita a far rientrare le proteste dei titolari di negozi e locali della movida per i quali si intravede anzi all’orizzonte, in coincidenza con l’avvio dei cantieri, uno stop decisamente più lungo.

A scendere in campo, preannunciando anche lo stato di agitazione, sono ancora una volta Confcommercio e Confesercenti, tornate in primo luogo a sollecitare un incontro urgente con l’amministrazione comunale per affrontare i problemi relativi alla chiusura del centro storico e ai lavori lungo via Corrado IV che stanno paralizzando tutte le attività commerciali che insistono in quella zona, mercato incluso.

In un comunicato, le due associazioni accusano l’amministrazione comunale, che l’altra sera ha incontrato gli esercenti del centro storico senza convocare i rappresentanti della categoria, «di aver agito scorrettamente e di aver determinato, in tal modo, gravi ripercussioni sul comparto commerciale cittadino mettendo a repentaglio la stessa sopravvivenza di decine di piccole imprese. Questo agire», aggiungono le due associazioni di categoria, «risulta incomprensibile soprattutto agli operatori del centro storico, a suo tempo sollecitati dalla stessa amministrazione comunale a reinsediarsi dov’erano prima del terremoto». Da qui l’annuncio dello stato di agitazione che potrebbe sfociare presto in manifestazioni di protesta.

«Ci riserviamo», affermano i direttoridi Confcommercio e Confesercenti, Celso Cioni e Carlo Rossi, «di promuovere anche azioni risarcitorie per i danni economici che le decisioni del Comune stanno provocando»

Intanto, i commercianti di corso Federico II ribadiscono che le loro attività, nonostante la richiesta di un nuovo certificato di agibilità parziale, non sono state mai chiuse e che gli annunci a più riprese fatti dal Comune hanno finito per ingenerare confusione tra i cittadini. E ieri mattina c’è stata la protesta di un altro commerciante del centro storico. Si tratta di Tullio Manieri, titolare dell’omonima pasticceria, bloccato dai militari alla Fontana Luminosa e costretto a fornire le credenziali per poter superare il varco. C’è stata un’accesa discussione, davanti a un folto gruppo di persone, con tanto di arrivo di polizia e vigili urbani. Alla fine tutto si è risolto, ma i rapporti tra Comune e commercianti restano tesi.

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