L’Aquila nel cuore dei giovani industriali

Cambio di presidenza: Fabio Pingue chiude il mandato, arriva Mauro Bernabei

CAPRI. E’ L’Aquila col suo terremoto una presenza costante in questa assemblea annuale dei giovani di Confindustria. Lo è soprattutto per gli abruzzesi che dapprima hanno premiato come personaggio dell’anno il collega del Centro Giustino Parisse (assieme all’oftalmologo Leonardo Mastropasqua), poi hanno deciso di stampare sulle carte intestate di Confidustria Abruzzo la scritta «Don’t forget L’Aquila».

E oggi, all’apertura dell’assemblea nazionale in programma dalle ore 14 al Quisisana distribuiranno a tutti i delegati confetti azzurri di Sulmona con la scritta «L’Aquila ringrazia»: un omaggio alla solidarietà umana ma anche a quella solidarietà concreta che ha accompagnato la tragedia del 6 aprile (ieri sera alla riunione degli abruzzesi è arrivata per un saluto anche la presidente nazionale Federica Guidi, un segno non formale di vicinanza). E forse va letto anche in questa chiave la distribuzione in sala dell’enciclica di Benedetto XVI «Caritas in veritate», certamente originale in un consesso confindustriale, dove Papa Ratzinger legge la Caritas, l’amore, come «forza straordinaria che spinge le persone a impegnarsi con coraggio e generosità».

Se il presidente uscente dei Giovani imprenditore abruzzesi Fabio Spinosa Pingue insiste tanto col terremoto è anche perché «oggi siamo obbligati a guardare al terremoto in maniera positiva», ha detto ai giovani imprenditori riuniti al Quisisana, assieme all’assessore regionale Alfredo Castiglione e al presidente del Consiglio regionale Nazario Pagano, «guardarlo con occhi diversi», ha aggiunto Spinosa Pingue, «in modo da far diventare la ricostruzione un’occasione straordinaria per pensare un nuovo modello di sviluppo».
Un concetto ribadito dal presidente Gianni Chiodi in un messaggio all’assemblea (il governatore sarà probabilmente domani mattina a Capri), che semplificando è il seguente: «Trasformare il terremoto in un valore aggiunto».

L’intervento di commiato di Spinosa Pingue che da ieri ha lasciato l’incarico in favore del teramano Mauro Barnabei ha ripercorso i due anni forse più difficili della regione dal dopoguerra a oggi. Due anni indimenticabili («che mi hanno cambiato la vita», ha detto Spinosa), durante i quali Confindustria giovani ha cercato di trasformare l’associazione abruzzese, diventando, ha detto il presidente uscente ribadendo il concetto di regione come unicum, «un vero gruppo regionale anche se formalmente siamo ancora divisi territorialmente», situazione che Spinosa Pingue ha invitato a superare «con coraggio», perché «per crescere bisogna perdere qualcosa».

La nuova presidenza di Barnabei, che avrà durata triennale, si pone in sostanziale continuità con quella di Spinosa Pingue. Tanto che il giovane imprenditore teramano ha sposato come motto della sua presidenza una frase del predecessore: «Se vuoi arrivare primo prova a correre da solo; se vuoi arrivare veramente lontano, corri insieme agli altri». Nella relazione programmatica letta all’assemblea, Barnabei ha lanciato le sue sfide: Confindustria come istituzione capace di «analizzare la realtà del mercato e avere la capacità di interpretarlo»; Confindustria come apertura all’esterno: «Forti nel nostro territorio e presenti dove si decide», ha spiegato il nuovo presidente regionale, «ma fuori dalla logica dello scambio di breve respiro».

Per Barnabei la sfida è anche quella della legalità: «Dobbiamo promuovere il rispetto delle regole, partendo da noi, rimanendo vicini al nostro governatore» ha detto con un’apertura di credito che ha riecheggiato quella che poco prima aveva espresso Spinosa Pingue nei confronti delle riforme messe in campo dall’assessore Castiglione. E naturalmente la sfida è quella del mercato e della cultura del lavoro: da qui il collegamento necessario alla scuola e alle università ma anche l’appello al sistema creditizio «ad essere nostro alleato». Oggi l’assemblea nazionale dei giovani imprenditori entra nel vivo con gli interventi dei vertici dell’associazione in una Capri semideserta che aspetta solo la fine dei lavori per chiudere la stagione 2009.