La maggioranza ritrova l’unità: ma la giunta resta ancora monca 

In consiglio la Lega si riallinea al centrodestra e approva l’atto sull’analisi delle società partecipate Il sindaco però fa slittare l’annuncio sul reintegro dei tre assessori del Carroccio sospesi a metà luglio

L’AQUILA. La maggioranza torna a mostrare il suo volto migliore, si ricompatta sul voto in consiglio, ma la giunta resta monca. Non è bastata la dimostrazione di unità del centrodestra, corroborata dalla morbidezza dell’atteggiamento del “Passo possibile”, nella seduta di ieri, a far uscire il Comune dalla foschia della crisi. La Lega ha lanciato un segnale diametralmente opposto a quello di venti giorni fa, quando aveva abbandonato il consiglio determinandone lo scioglimento per mancanza del numero legale. Ha votato con il resto della maggioranza i provvedimenti all’ordine del giorno. Dal sindaco Pierluigi Biondi, però, non ha ricevuto l’atteso via libera al reintegro dei suoi assessori, Daniele Ferella, Fabrizio Taranta e Fabrizia Aquilio, sospesi da metà luglio.
NIENTE SCUSE. Com’era previsto, il Carroccio non ha fatto quella pubblica ammenda, sollecitata dal sindaco, per le critiche feroci che sette mesi fa hanno conclamato la crisi. Senza neppure una parola i salviniani si sono riallineati, approvando il conto economico per la raccolta dei rifiuti e l’analisi delle società partecipate su cui a fine dicembre avevano puntato i piedi. A parte qualche sporadica battuta, le relazioni degli assessori e la conduzione dei lavori da parte del presidente Roberto Tinari, dal centrodestra non si sono levate voci sugli atti all’esame né, meno che mai, sulla crisi. Le uniche frasi significative, dunque, sono rimaste quelle pronunciate da Biondi a margine delle valutazioni sulla mancata assegnazione all’Aquila del titolo di capitale italiana della cultura per il 2022. Il sindaco ha risposto al coordinatore della Lega Giorgio Fioravanti, secondo cui la sconfitta è conseguenza dell’assenza dell’assessore al turismo. «Questo sta a testimoniare che qualcuno ancora non ha ben capito che la politica è fatta di regole e vanno rispettate», ha scandito, «quando tutti si metteranno in testa che le regole si rispettano, allora si chiuderanno anche i confronti».
PROVA DI FEDELTÀ. A parlare in consiglio è invece l’opposizione, che fornisce la propria lettura del voto favorevole della Lega alle delibere esaminate. «È una prova d’amore nei confronti del sindaco», fa notare Giustino Masciocco (Articolo 1), «ma, se si tratta di questo, lo poteva fare anche venti giorni fa». Secondo lui, infatti, non è cambiato niente nella sostanza dei provvedimenti che a fine dicembre hanno fatto storcere il naso ai salviniani. «Cosa è cambiato allora?», chiede il consiglieri di opposizione, «è stato raggiunto l’accordo, ma l’atteso rientro degli assessori è mancato». L’opposizione mette il dito nella piaga, ma senza suscitare reazioni dal sindaco e dalla maggioranza.
LO SCONTRO. Ad accendere il confronto, dunque, è la delibera sul riassetto delle partecipate. Paolo Romano (Italia viva) presenta 228 emendamenti, più altri sei firmati con Masciocco e Angelo Mancini (L’Aquila sicurezza lavoro), in gran parte respinti da Tinari. Le richieste di correzione al testo sono ritenute dal presidente, con il supporto degli uffici, «ripetitive e non sostanziali», per cui assumono un «carattere ostruzionistico». Il taglio degli emendamenti, condensati in sette gruppi, fa infuriare Romano. «Segnalerò la cosa al prefetto», annuncia, «vengono lesi diritti e princìpi democratici». Nel merito delle contestazioni sul riassetto delle partecipate risponde l’assessore Fausta Bergamotto. «Non accetto che si ritenga il provvedimento inconsistente», afferma, «né che finora non è stato fatto nulla per le società controllate dal Comune». L’assessore ricorda il rinnovo del contratto di servizio con Asm «fermo da anni» e anche l’intervento sull’Ama, trovata al suo insediamento «in pessime condizioni». Bergamotto però apre all’opposizione, evidenziando l’utilità di alcuni degli emendamenti, che vengono ritirati in cambio della disponibilità a un successivo confronto consiliare sulle partecipate.
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