La movida si sposta per i cantieri Protestano residenti e minoranza 

Piazza Chiarino chiusa, l’ultimo episodio violento a Santa Maria Paganica dove si radunano i giovani Aloisio (comitato Cittadini): «Manca la pianificazione a monte, se succede qualcosa siamo nei guai»

L’AQUILA. Cantieri, sosta selvaggia e movida violenta. Per alcuni un film già visto. Al primo assaggio d’estate dello scorso weekend, con temperature ben al di sopra della media stagionale, migliaia di persone non hanno perso l’occasione di riversarsi in centro storico. Tra strade chiuse e difficoltà di parcheggio. Risultato: botte da orbi a Santa Maria Paganica e una pizzeria andata a fuoco in piazza Duomo. Evento che non ha causato feriti solo grazie a un cliente, un vigile del fuoco di Napoli in vacanza nel capoluogo, il cui intervento ha scongiurato il peggio mentre il carro fiamma in dotazione ai colleghi aquilani faceva lo slalom tra fioriere, auto in sosta e strade chiuse. E anche se l’assessore alla Polizia municipale, Laura Cucchiarella, ha poi rassicurato sulla presenza dei vigili urbani fino alle 24, la sostituzione delle fioriere con varchi di accesso elettronici che agevolino l’accesso al centro storico anche ai mezzi più grandi, nonché sulla volontà di «rivedere il disciplinare del Comune» in merito ai dehors di bar e ristoranti, le polemiche non accennano a placarsi. E il tutto sembra assumere i contorni di un pericoloso déjà-vu.
«una calca incredibile»
«Sabato sera a piazza Santa Maria Paganica c’era una quantità di gente incredibile», racconta la presidente del comitato Cittadini per il centro storico Claudia Aloisio. «Una calca di ragazzi, tutti stipati per via della chiusura di piazza Chiarino per i lavori di pavimentazione. Non conosco i retroscena di quest’ennesimo episodio di violenza, ma tanto le cause sono sempre le stesse: un centro storico di sola mescita alcolica». Più grave, secondo Aloisio, l’episodio dell’incendio, perché aggiunge emergenza al disagio. «Manca una pianificazione a monte dell’opera di cantierizzazione», tanto che «questo centro è ormai lasciato alla buona sorte, cioè alla speranza che nulla accada, perché se succede qualcosa siamo tutti nei guai. Attualmente il centro dell’Aquila è questo: esercizi commerciali e cantieri mal gestiti perché non coordinati tra loro, il tutto a scapito della sicurezza dei cittadini. Non si può non notare come le cose, invece che migliorare, stiano invece peggiorando, perché ai vecchi problemi di occupazione di suolo pubblico da parte dei locali e ai vecchi cantieri della ricostruzione, si sono ora aggiunti i nuovi e pure gli arredi urbani, che intralciano quelle poche strade fruibili». «Avevo già segnalato la stessa problematica la scorsa estate, quando un’ambulanza non riuscì a passare in via Garibaldi per la presenza dei tavolini di un locale, tanto che, in quell’occasione, furono gli stessi clienti ad alzarsi e favorirne il transito», ricorda dal canto suo l’avvocato Fausto Corti. «Si tratta di una regola di normale convivenza civile: residenti, lavoratori o semplici avventori devono poter vivere il centro in sicurezza, sapendo che, se dovesse verificarsi un’emergenza, potranno essere raggiunti dai soccorsi».
LE REAZIONI DELLA POLITICA
Anche le opposizioni intervengono sui fatti di sabato, con il consigliere Paolo Romano (L’Aquila Nuova) che ha già annunciato la convocazione della seconda commissione consiliare e l’esponente di Azione, Enrico Verini, che sui social chiede a sua volta un presidio fisso di forze dell’ordine proprio in corrispondenza dei nuovi epicentri della movida aquilana: «Con la chiusura di piazza Palazzo, tutto si è spostato più su, a Santa Maria Paganica (compreso il peggio del peggio). Se lì non si predispone una presenza serale fissa delle forze dell’ordine, accadrà l’inevitabile. L’assurdo è che si aspetta il morto per fare le cose che, se fatte prima, evitano le tragedie».