La verità dalle ultime telefonate 

Ai raggi X i pochi contatti di D’Amico con persone che potrebbero avere avuto un ruolo nell’omicidio

L’AQUILA. Al vaglio degli investigatori i contatti telefonici di Paolo D’Amico, il 55enne dipendente dell’Asm, romano, ucciso da più persone nella sua abitazione in legno di Barisciano.
Il fatto che l’uomo avesse per sua scelta una vita sociale quasi inesistente (inoltre non possedeva un profilo Facebook) e viveva da solo con dei cani, agevola gli investigatori nella ricerca degli assassini visto che non sono poi tante le persone con le quali la vittima ha avuto recenti contatti. Le piste privilegiate, naturalmente, sono sempre quelle riguardanti presunti mancati pagamenti di lavori edili o problemi con il mondo dello spaccio, visto che nella casa sono state trovate molte piante di marijuana. Questo a fronte del fatto che il 55enne era incensurato.
Una volta individuati i titolari delle utenze telefoniche si potrà passare alla seconda fase, ovvero confrontare il loro Dna con le tracce lasciate nella casa del delitto. Il cerchio, a nove giorni dai fatti, si stringe, anche in considerazione della circostanza in cui si ritiene che la vittima abbia fatto entrare i suoi assassini e che, dunque, erano suoi conoscenti. Qualora non li avesse graditi, sarebbero intervenuti i cani pastori abruzzesi a sua difesa, ma questo non sembra esserci nella ricostruzione dello scenario fatto dai carabinieri.
L’inchiesta per omicidio volontario resterà contro ignoti anche questa settimana, per via del fatto che gli accertamenti sono davvero tanti, compresa la visione dei filmati delle telecamere non lontane dalla casa di D’Amico.
Per contro, in questi giorni ci potrebbe essere la riconsegna della salma ai familiari, per poter permettere la celebrazione dei funerali.
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