Lavori alla scuola  Giovanni XXIII: pubblicato il bando 

Sei milioni di euro per la demolizione e ricostruzione L’obiettivo del progetto: integrare l’istituto nel quartiere

L’AQUILA. Qualcosa comincia a muoversi anche per la ricostruzione della scuola Giovanni XXIII. Il Provveditorato alle Opere pubbliche ha infatti reso noto il bando di gara per “l’affidamento dei servizi di architettura e ingegneria relativi alla progettazione definitiva, al coordinamento sicurezza in fase di progettazione, alla redazione del piano di sicurezza e del capitolato speciale d’appalto per i lavori di demolizione e ricostruzione della scuola Giovanni XXIII”.
L’APPALTO. Il valore complessivo delle opere è di 6 milioni di euro, fondi già concessi dal Cipe nel dicembre 2017 (la somma stanziata dalla delibera numero 110 era di oltre 9 milioni). La gara di appalto per la progettazione parte da una base di circa 300.000 euro. La scadenza per presentare le offerte è il 10 agosto. Ma perché dell’appalto si occupa il Provveditorato? Tutto nasce da una convenzione fra Comune e Provveditorato stipulata il 5 luglio 2018 “per disciplinare la collaborazione fra i due enti per l’attuazione del programma di interventi di ricostruzione degli edifici scolastici di proprietà comunale danneggiati dal sisma del 6 aprile 2009. Nell’ambito di tale convenzione, il Comune dell’Aquila ha fornito un elenco di interventi, da intendersi come non esaustivo, per la cui attuazione sono conferite al Provveditorato le funzioni di Centrale di committenza e delle attività di Committenza ausiliarie. Tra gli interventi è ricompreso quello per la demolizione e ricostruzione della scuola primaria Giovanni XXIII”.
OBIETTIVI. “Il progetto”, è scritto nella relazione al preliminare, “si pone come obiettivo centrale quello di realizzare un edificio integrato con il contesto e capace di restituire al tessuto urbano, fortemente segnato dal sisma del 6 aprile 2009, la dignità e il valore sociale derivante dall’integrazione tra la funzione residenziale e quella dei servizi scolastici. Dovrà essere coerente, integrato e armonizzato con il contesto urbano e ambientale e in grado di determinare condizioni sociali altamente inclusive anche a mezzo di attività non strettamente connesse alla didattica, ma utili alla vita civica e sociale della popolazione interessata. In tal senso, i principali spazi di relazione previsti dalla soluzione progettuale dovranno poter essere fruiti anche in orario extra scolastico – con accessi indipendenti e tali da garantire la sicurezza della scuola – dall’intera comunità di quartiere”.
SPAZI. “Gli spazi progettati”, si legge ancora, “dovranno risultare facilmente fruibili dagli utenti, dagli alunni e dal personale docente e non. Essi dovranno essere concepiti secondo criteri di semplicità e razionalità dell’uso, funzionalità e flessibilità, immediata identificabilità delle funzioni e dei percorsi e abbattimento delle barriere architettoniche, anche mediante soluzioni innovative coerenti con l’insieme architettonico, nell’ottica del più ampio concetto di inclusione sociale. La configurazione degli spazi dovrà essere flessibile e adattabile in modo da poter ospitare efficacemente metodologie tradizionali e supportare allo stesso modo il graduale passaggio a metodi didattici innovativi basati su pratiche attive, centrate sullo studente e sull’adozione di tecnologie digitali e di rete. In quest’ottica sarà opportuno favorire l’apertura e l’interconnessione degli ambienti. Si auspica la progettazione di ambienti in grado di sfruttare l’area all’aperto come risorsa facilmente fruibile per attività didattiche – oltre che per il tempo libero – ambienti collegati tra loro in modo che gruppi di alunni o singoli alunni possano utilizzare spazi comuni o spazi di connessione per svolgere attività personalizzate col supporto di un docente”.