Le discariche abusive costano novantamila euro al Comune dell'Aquila

Per ora paga il Comune con i soldi delle tasse dei cittadini in attesa di individuare e condannare i maleducati dei rifiuti

L’AQUILA. Quasi novantamila euro per bonificare, analizzare e smaltire i rifiuti abbandonati nella discarica abusiva di Vasche di San Giacomo, scoperta nel 2013 dal Corpo forestale dello Stato, e in altri siti inquinati rinvenuti sul territorio comunale. Tanto spenderanno i cittadini aquilani, tutti, per bonificare le aree sulle quali pochi furbastri hanno scaricato senza ritegno rifiuti speciali e pericolosi. È dello scorso 24 luglio, infatti, la determina dirigenziale con la quale il settore economico e finanziario del Comune dell’Aquila autorizza il pagamento di circa 17mila euro all’Asm per interventi di rimozione di scarti abbandonati, e il noleggio di cassoni per la messa in sicurezza dei rifiuti speciali lasciati a Vasche di San Giacomo.

Tra questi, anche lastre di amianto. In precedenza, lo stesso settore economico e finanziario, aveva emanato un’altra determina attraverso la quale si autorizza il pagamento di un’altra fattura per oltre 72mila euro alla ditta Pavind di Sulmona, per il servizio di raccolta, analisi e caratterizzazione, trasporto e smaltimento di rifiuti pericolosi abbandonati in due aree a Vasche di San Giacomo,nell’area ex Sercom di Genzano di Sassa, lungo la strada per Collebrincioni e di un’area a ridosso di una stalla, a Onna. Oltretutto, come ha specificato il Nucleo investigativo del Corpo forestale, non sono esclusi nuovi ritrovamenti analoghi in altre aree, sempre di proprietà comunale.

La legge regionale 45 del 2007 prevede che, qualora il responsabile dell’abbandono indiscriminato di rifiuti non sia individuabile, è il Comune a provvedere alla bonifica con oneri a proprio carico. E così l’abitudine malsana di pochi, che per evitare i costi di smaltimento di materiali contenenti amianto o altri rifiuti pericolosi, si trasforma in una nuova “tassa2 per i cittadini, che già pagano le bollette della Tarsu. Il Comune, quindi, ha dovuto provvedere a effettuare gli interventi di bonifica , riservandosi però, nelle more dell’individuazione dei responsabili dei responsabili della creazione delle discariche abusive, di chiedere il rimborso delle somme spese.

Per il momento il settore economico-finanziario ha dovuto ottemperare ai pagamenti richiesti dalle ditte, sperando che prima o poi vengano individuati e condannati gli inquinatori. Speranza al limite dell’utopia, considerato che gli illeciti ambientali vengono storicamente considerati “minori” rispetto ad altri reati, con tutto quel che ne consegue anche in termine di prescrizione. La legge varata nel 2015, tuttavia, prevede pene più severe rispetto al passato.

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