Morgante: io, perseguitato dal pm

L’ex direttore del Cam ha presentato una denuncia nei confronti del magistrato Cocco

AVEZZANO. L’ex direttore del Consorzio acquedottistico marsicano, Giacomo Morgante, ha presentato una denuncia contro il pubblico ministero Guido Cocco. Nel documento, inoltrato alla Procura generale della Corte d’Appello dell’Aquila, al Consiglio superiore della magistratura e al procuratore generale della Corte di Cassazione, Morgante chiede che venga accertato «un atteggiamento ingiustamente persecutorio» nei suoi confronti da parte del pm. «Dal 2007», spiega l’architetto Morgante, «a seguito della mia denuncia contro l’allora presidente del Cam, Gianfranco Tedeschi, sono oggetto di una “ingiusta, ingiustificata ed indefessa” persecuzione da parte del pm della Procura di Avezzano». Morgante elenca quelle che per lui rappresentano «illegalità e illegittimità e truffa» nella gestione del Cam all’epoca dei fatti. Di qui la scelta di presentare la denuncia. «Non avendo ottenuto risultati», ricorda Morgante, «Il pm Cocco, non solo non ha creduto alle mie accuse, ma non ha neanche indagato per accertare se i fatti da me denunciati erano reali. Ha stabilito invece che “le argomentazioni riportate in tale lettera non corrispondenti al vero, contenevano affermazioni offensive dell’altrui reputazione…” e ha chiesto il mio rinvio a giudizio». Nella denuncia Morgante fa anche riferimento a una richiesta di custodia cautelare da parte dello stesso pm Cocco in relazione a un’inchiesta su presunta corruzione per l’acquisto di 60mila contatori da parte del cda.«Nell’ambito di quell’indagine», ricorda Morgante, «Cocco chiese il mio rinvio a giudizio anche per aver partecipato all’acquisto dei contatori, definendomi il “dominus” dell’operazione nonostante lo statuto provasse che il direttore generale non può partecipare agli acquisti». Morgante sottolinea di essere andato in pensione il 1° marzo 2007 «per difendermi da questa persecuzione». (fab.i.)

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