Morte all’asilo, si chiedono i risarcimenti 

Danni per le famiglie della vittima e dei bimbi feriti. L’avvocato Colella: «Valutiamo gli strumenti in materia civilistica»

L’AQUILA. Si va anche verso il procedimento civile, per il maxi risarcimento dei danni, per la tragedia dell’asilo Primo maggio dell’Aquila costata la vita al piccolo Tommaso D’Agostino, 4 anni, mentre cinque dei suoi compagni di scuola rimasero feriti. È trascorso poco più di un anno da quel 18 maggio quando, intorno alle 14.30, un’auto travolse sei bambini che giocavano nel cortile della materna di via Salaria Antica Est a Pile, dopo aver sfondato la recinzione. Una piccola venne presa di striscio e cadendo si procurò una ferita alla testa. Gli altri cinque bimbi incastrati sotto la station wagon vennero liberati dai soccorritori. Il dramma si consumò sotto gli occhi increduli delle maestre e dei compagni di classe. «Valutiamo quale strumento, soprattutto in materia civilistica, è a disposizione del danneggiato perché possa ottenere il ristoro dei danni subiti», ha detto l’avvocato Tommaso Colella, legale dei genitori della piccola vittima, «è evidente che un occhio importante, vincolante e attento deve comunque rimanere in tutta la dinamica processuale, soprattutto penale, per verificare e accertare che venga fuori la verità».
Il processo penale, appunto. Dovranno presentarsi il 25 ottobre prossimo davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale dell’Aquila, Guendalina Buccella, la conducente della Volkwagen Passat, Radostina Zhorova Balabanova, 39 anni; la preside della scuola, Monia Lai (48) e i tecnici comunali Bruno Martini (61) e Antonello Giampaolini (60). Dovranno difendersi dalla grave accusa di omicidio stradale (nei confronti di Tommaso) e lesioni stradali (nei confronti dei cinque alunni). Il gup deciderà se mandarli o meno a processo. Quattordici in tutto le parti offese, oltre ai genitori e ai quattro nonni della piccola vittima, sono parti offese anche otto genitori dei cinque bimbi rimasti feriti, tra cui ci sono due gemellini. La conducente dell’auto è imputata «perché parcheggiando l’autoveicolo su strada a elevata pendenza prospiciente l’area esterna adibita a giochi lasciava le chiavi inserite nel quadro, ometteva di azionare il freno di stazionamento, ometteva di sterzare le ruote e di impedire l’uso del veicolo senza il suo consenso» poiché «lasciava a bordo il figlio di soli undici anni che casualmente provocava il disinnesco della leva del cambio e il conseguente movimento del veicolo». La dirigente scolastica per il pm «ometteva di rilevare l’assoluta inidoneità del documento valutazione rischi redatto da Bruno Martini (in qualità di ingegnere responsabile del servizio di prevenzione e protezione dell’istituto comprensivo Mazzini)». Infine, Giampaolini, «in qualità di geometra responsabile del settore edilizia scolastica del Comune dell’Aquila, e di progettista e direttore lavori dei lavori nel complesso scolastico, faceva installare una recinzione di confine dell’area giochi del tutto inidonea.