l’intervento

No a un parcheggio in piazza Martiri ma spazi per bimbi

di RENATO SIMONE * Prima del terremoto la piazza avezzanese dedicata ai Martiri di Capistrello era detta dei “Tre lampioni” (vedi la poesia in dialetto di . Gaetano Peluso, nel giornale diocesano Il...

di RENATO SIMONE *

Prima del terremoto la piazza avezzanese dedicata ai Martiri di Capistrello era detta dei “Tre lampioni” (vedi la poesia in dialetto di . Gaetano Peluso, nel giornale diocesano Il Velino del 31 ottobre 2011, a cura di Giovanbattista Pitoni). Al tempo del fascismo vi fu insediata nel lato sud la Casa del contadino (ora demolita); nel lato nord è sorto nel dopoguerra l'edificio della Cassa mutua (poi Inam, oggi Asl). Tuttora vi sopravvive uno spazio ampio e fruibile, che di certo non va adibito a parcheggio, se non si vuole snaturare l'essenza e la funzione di tale area. Al contrario, questa deve rimanere piazza vera e propria, scacciandone le auto: va solo riqualificata, poiché destinata naturalmente al gioco e all'attività all'aria aperta. Quale persona sensata può preferire un parcheggio a un'area verde e sicura, che serve a piccoli e grandi? Da noi, l'eccessivo afflusso dei mezzi motorizzati ostacola il modo naturale di muoversi – fuori e dentro l'abitato – che è quello del semplice pedone e del ciclista. Basta guardarsi intorno: vedere le strade del centro invase da macchine; la misera sorte dei marciapiedi, spesso accorciati per allargare le strade; la scomparsa degli alberi. Va invece garantito il diritto al gioco spontaneo dei bambini, sancito dalla Convenzione internazionale sui Diritti del Fanciullo. Osserva la Oliviero Ferraris (Corsera 28 maggio 2011): “Gli spazi verdi in città sono ridotti, le piazze sono parcheggi, i cortili inagibili. Spesso i bambini sono a casa davanti a uno schermo. Non è così che si cresce. L'obesità infantile è in preoccupante aumento, i pediatri lamentano un calo di forza muscolare già a dieci anni, dovuto alla sedentarietà. I bambini non hanno il diritto di correre e di aruampicarsi. È dunque arrivato il momento di venire loro in soccorso, restituendo quegli spazi di cui hanno bisogno. Nel Regno Unito si è deciso di rendere più movimentati i parchi-gioco, dotandoli di strutture più complesse e “avventurose”. Molte città europee si stanno ristrutturando per garantire a tutti i cittadini, grandi e piccoli, una maggiore qualità di vita: e uno dei parametri è la disponibilità di spazi per i bambini. Le città sono dei sistemi complessi, e quando si modifica una dimensione altre devono cambiare. Più verde implica meno traffico. Più spazi per gioco all'aperto, meno inquinamento. Che fare allora quando si hanno dei figli piccoli e gli spazi non ci sono? Transennare, chiudendola al trafico pomeridiano, una strada in ogni quartiere. Lo fanno in Baviera, perché non da noi? Recuperare i cortili rimasti. Obbligare i politici locali a impegnarsi attivamente. Non dimentichiamo che privare i bambini dei giochi spontanei è una grave forma di trascuratezza, e che molti problemi comportamentali nell'adolescenza sono legati alla mancanza di un'infanzia pienamente vissuta”. Questi problemi riguardano l'intera comunità: dunque prendiamoli a cuore, anche curando di recuperare in ogni quartiere (alla buona e senza grandi pretese) le piazze e gli spazi liberi.

(* avvocato)