Parco Gran Sasso Bufera sui divieti  e nuove polemiche

L’AQUILA. «Abbiamo approvato dopo 25 anni di attesa il Piano del Parco, che fa uscire il territorio dalle misure di salvaguardia. Ma sul regolamento attuativo, che non è una disposizione normativa...

L’AQUILA. «Abbiamo approvato dopo 25 anni di attesa il Piano del Parco, che fa uscire il territorio dalle misure di salvaguardia. Ma sul regolamento attuativo, che non è una disposizione normativa ma ancora una bozza, siamo pronti a ricevere tutte le migliori indicazioni da chi è portatore di interesse». Il presidente del Parco Gran Sasso-Laga Tommaso Navarra interviene dopo la pioggia di critiche sui divieti e le restrizioni contenuti nel provvedimento e apre la porta «a ogni tipo di confronto, naturalmente sempre parlando di tutele con promozione». Sul contestato divieto all’utilizzo di bici elettriche sul Gran Sasso, Navarra annuncia di aver parlato col presidente della Federazione ambiente e bicicletta. E poi sottolinea che «la bozza di regolamento è stata inviata a 44 sindaci, ai presidenti Asbuc e le associazioni ambientaliste», proprio per arrivare a un’approvazione condivisa.
Ma secondo gli attivisti del Gran Sasso, i primi a denunciare «la sfilza di divieti assoluti», presenti nel documento, qualcosa non torna. Soprattutto sui tempi di pubblicazione del piano e di invio agli enti interessati, visto che per presentare osservazioni c’è tempo fino all’8 febbraio. «Il provvedimento», dichiara Luigi Faccia di SaveGranSasso, “è stato votato dal direttivo del Parco lo scorso 9 dicembre, ma la consegna agli enti è avvenuta con molto ritardo: al Comune dell’Aquila è arrivato il 10 gennaio, mentre addirittura l’Asbuc di Assergi lo ha ricevuto solo il 28 gennaio, alle 13.30, cioè mezzora prima dell’intervento di Navarra al Tgr. Anche la pubblicazione sull’albo pretorio ha seguito una procedura anomala: è stato visibile per 10 giorni, poi è sparito, quindi è riapparso. Il sito del Parco, dopo nostre lamentele, prima è andato fuori uso, poi ripristinato. Nel merito del contenuto, viene tolto ai Comuni qualsiasi potere sull’urbanistica e sul Gran Sasso al di sopra dei 2100 metri non si può edificare più nulla. Basti pensare che lo storico albergo di Campo Imperatore, ancora da ristrutturare, si trova a 2150 metri. «Il Parco», aggiunge Faccia, «gestore anche di Siti di interesse comunitario e Zone a protezione speciale si sono adeguati alle normative europee, rafforzando quella posizione. Speriamo che le amministrazioni e il sindaco Biondi comprendano fino in fondo il pericolo che stiamo correndo».