Pedinamenti e minacce all’ex: arrestato

Lancianese perseguita la donna per circa tre mesi, anche con diecimila sms.

LANCIANO. Telefonate, pedinamenti, messaggi telefonici, un vera e propria cascata, 10mila in circa tre mesi, e soprattutto una sequela di minacce: per questa serie di atti, che il codice riassume nel reato di “stalking”, un 43enne lancianese ieri mattina è finito in carcere.

L’ordine di arresto per lo spasimante respinto è scattato in seguito a un lungo rapporto della polizia alla procura della Repubblica, nel quale si riferiva dettagliatamente quanto Giovanni Di Battista ha messo in atto nei confronti della sua ex convivente, una lancianese di un anno più anziana, dal momento in cui la donna ha deciso di rompere il rapporto, alla fine della scorsa estate, a pochi giorni fa.

L’uomo avrebbe iniziato a perseguitare l’ex convivente fin dal primo giorno della separazione, tant’è che la donna dopo qualche tempo, non riuscendo praticamente a muoversi senza vederselo intorno, si è rivolta alla polizia per denunciare il fatto. Dopo i primi accertamenti, che hanno confermato la gravità della situazione, è scatata una prima diffida del questore di Chieti. Misura che a quanto pare non è servita a dissuadere l’uomo, conosciuto dalle forze dell’ordine come soggetto dal carattere perlomeno “turbolento”, dal continuare a infastidire la donna con ossessiva perseveranza. Una miriade di messaggi, pagine e pagine di tabulati, pazientemente spulciati dagli agenti fino a contarne 10mila in poco più di tre mesi (fino a 100 al giorno!) ma non solo.

L’atteggiamento persecutorio, oltre che con pedinamenti e telefonate, si è esteso perfino ai congiunti, con alcuni dei quali avrebbe avuto concitati colloqui sfociati in più o meno esplicite minacce. Una vera persecuzione, insomma.
Un sequenza di aggressioni verbali che ha vissuto in più circostanze apici di inusitata drammaticità. Come quando la donna si è vista inseguita e raggiunta dall’uomo che, ossesssionato dalla gelosia, le avrebbe addirittura strappato l’auricolare per impedirle di continuare una conversazione telefonica.

«Le caratteristiche temperamentali dell’uomo ci hanno convinto che il pericolo che la vicenda potesse sfociare in tragedia era più che reale», ha detto il dirigente del commissariato Claudio Di Paola, che ha coordinato la fase investigativa, su direttiva del sostituto procuratore Ruggiero Di Cuonzo. Il provvedimento cautelare è stato emesso dal Gip del Tribunale di Lanciano Massimo Canosa. Di Battista, che è assistito dall’avvocato Alberto Savelli, da ieri mattina è rinchiuso a Villa Stanazzo. L’interrogatorio di garanzia è fissaato per domani.