Pietrucci: Protezione civile, un disastro

Il consigliere regionale del Pd: «Sette giorni per allestire una tensostruttura a Cesaproba»

L’AQUILA. «La Protezione civile è arrivata a Cesaproba, per allestire le tensostrutture che ospiteranno le persone sfollate, ad una settimana dal sisma e dalla grande nevicata. Ci sono voluti sette giorni. Un sistema che così non può funzionare e che va completamente riformato». Il consigliere regionale del Pd, Pierpaolo Pietrucci, va giù duro. Pietrucci, originario di Cesaproba, frazione di Montereale, è stato tra i primi ad arrivare sul posto, dopo le quattro scosse che hanno battuto l’Alta Valle dell’Aterno. Spinto dal richiamo della sua terra, ha messo forza e cuore nel tentativo di portare aiuto alla popolazione del posto, coordinare i soccorsi, individuare le criticità. Montereale, Capitignano, Campotosto, zone che conosce palmo a palmo. Ma, passata la prima emergenza, è il momento della denuncia, perché non tutto ha funzionato, dice. A partire dall’ingranaggio della Protezione civile. «Quando sono arrivato a Montereale, il 18 gennaio scorso, ho trovato una situazione disastrosa», dice, «intere frazioni isolate, famiglie bloccate in casa, mancanza di energia elettrica. Purtroppo, ho toccato con mano la confusione e la totale disorganizzazione nei soccorsi. È assurdo che la tensostruttura per ospitare una trentina di anziani sfollati a Cesaproba sia arrivata dopo tutto questo tempo», sottolinea, «e solo dopo aver minacciato di inoltrare la richiesta di dimissioni dei vertici della Regione».

Secondo Pietrucci la delocalizzazione estrema delle competenze territoriali e delle decisioni, nella scala gerarchica della Protezione civile, sta sminuendo ruolo e funzionalità di un’organizzazione importantissima per il Paese. Soprattutto in caso di emergenza.

«In Abruzzo», incalza, «andrebbe creata una centrale unica regionale della Protezione civile, con base operativa e logistica all’aeroporto di Preturo, dove trasferire anche tutti gli uffici, e quattro aree funzionali per ogni provincia. Vanno potenziati, inoltre, i sistemi di prevenzione , previsione e allerta. Non è possibile che un pugno di funzionari regga sulle proprie spalle un sistema così complesso. Le decisioni devono partire dall’alto per garantire la piena operatività della struttura».

Pietrucci ha messo in evidenza, infine, «la situazione di estrema criticità che vive l’Alto Aterno, con le scuole e gli uffici comunali inagibili. Qualcuno si è preoccupato di dire dove andranno a studiare i bambini di questi centri montani? Servono strumenti in deroga, subito. Non possiamo agire con la legislazione ordinaria o pensare di ricorrere alle gare pubbliche per le scuole. Con la chiusura della strada statale 80, per i prossimi mesi, è indispensabile», conclude Pietrucci, «costituire un ufficio speciale per la ricostruzione a Montereale, a servizio di tutto l’Alto Aterno». (m.p.)

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