Prosciolti da associazione mafiosa «Ci hanno restituito la dignità»

Magliano de’ Marsi, sindaco e vice: ci hanno arrestato mitra alla mano davanti ai nostri figli Gli avvocati: accuse pesantissime, chiederemo i danni per l’ingiusta detenzione

MAGLIANO DE’ MARSI. «Ci hanno restituito la nostra dignità». Lo ha detto il sindaco di Magliano, Gianfranco Iacoboni, visibilmente commosso, ma anche provato da una brutta vicenda giudiziaria durata quasi tre anni. Su quello stesso scranno comunale il sindaco era risalito il 20 marzo 2012 dopo un allontanamento temporaneo successivo all’arresto insieme all’assessore Angelo Iacomini nell’ambito dell’inchiesta Penelope. La sospensione dall’attività era stata revocata e poi annullata il 15 marzo 2012 permettendo di fatto ai due amministratori di tornare al lavoro in Comune. Ma la vicenda può dirsi chiusa solo adesso con la sentenza di proscioglimento. «Possiamo finalmente dire oggi che la brutta avventura si è conclusa», ha affermato, «una vicenda che ha offuscato quarant'anni di attività amministrativa a servizio della comunità e anche di attività lavorativa visto che ho avuto anche problemi al lavoro (il sindaco lavora in banca). Ci è stata restituita la dignità che abbiamo conquistato lavorando con la gente nel rispetto del prossimo e nella trasparenza». Il sindaco, affiancato da Iacomini e dai due legali, Leonardo Casciere e Antonio Iannucci, ha ringraziato «tutti i cittadini e le persone che mi sono stai vicini nei periodi più bui. Questa vicenda non ha mai avuto a che fare con con il sisma e nemmeno con appalti pubblici. Secondo il gip c'era un nostro tornaconto personale. Nei miei confronti per aver chiesto un posto di lavoro, e nei confronti dell'assessore per aver chiesto 600 euro per la squadra di calcio. Per questo siamo stati arrestati alle 5.30 del mattino con i carabinieri che entravano in casa con i mitra davanti ai nostri figli e con l'elicottero che sorvolava Magliano: un'offesa non solo a noi, ma a tutta la comunità di Magliano». Anche per Iacomini «Magliano non meritava tutto questo. L'indagine da parte della magistratura era ed è doverosa, ma ho contestato le modalità e la totale spettacolarizzazione di quello che è successo. Quello che più mi ha ferito, a parte le sofferenze dei nostri familiari, è aver contribuito a offendere la nostra Magliano. Voglio però ringraziare la magistratura aquilana perché se da lì sono venuti i nostri guai, da lì è arrivata la nostra serenità». «Chiederemo i danni per ingiusta detenzione», ha confermato l'avvocato Casciere che si è domandato «come si siano potute arrestare, se pur ai domiciliari, due persone incensurate, senza pregiudizi e senza alcuna rilevanza di pericolosità sociale usando l'elicottero». L'avvocato Iannucci ha inoltre ricordato che «l'ipotesi accusatoria era di associazione di stampo mafioso». In sala erano presenti anche i fratelli Franco e Sergio Celi, titolari dell’azienda di lavorazione inerti, difesi dall’avvocato Antonio Milo anche loro assolti dalla corruzione.

Pietro Guida

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