Quella tomba perduta firmata Koch

La scoperta ad Avezzano: opera del famoso architetto per una notabile famiglia

di Giovanbattista Pitoni *

Per tanto tempo molti avezzanesi, tra i quali giova ricordare l’ingegnere Tommaso Orlandi, sostennero come una tomba del vecchio cimitero avezzanese fosse opera dello stesso architetto progettista della sede della Banca d’Italia di Roma: ciò non fu mai documentato e la notizia fu quindi dimenticata.

Ora, però, tutto si è chiarito per merito del dottor Luigi Marino che ha promosso la pulizia di parte del cimitero a seguito della quale possiamo affermare come presso la sede nazionale della Banca d’Italia vi sia… un pezzetto della nostra città.

Ora può essere scientificamente affermato, senza possibilità di essere smentiti, come l’architetto Gaetano Koch, ideatore dell’edificio romano che ancora oggi porta il suo nome, sia lo stesso che ha disegnato la sepoltura dei fratelli Tommaso e Giuliano Brogi situato a destra di chi entra nel nostro vecchio camposanto, l’unico esistente fino al 13 gennaio 1915, giorno del terribile terremoto.

La lapide reca la scritta: Thomas et iulianus Brogi fratres… MDCCCLXXXI (Tommaso e Giuliano Brogi fratelli…1881).

In basso a destra si legge ciò che non si presta ad equivoci: Opus eximii archit Gaetani Koch (opera dell’esimio architetto Gaetano Koch).

A Koch, d’origine tirolese, uno dei più famosi tecnici di fine Ottocento, furono commissionati molti importanti edifici da parte dell’aristocrazia e dell’alta borghesia laziale e non solo.

La sede della Banca d’Italia di via Nazionale, i palazzi con i sottostanti portici dell’Esedra delle Terme di Diocleziano (piazza della Repubblica), Palazzo Margherita (sede dell’ambasciata Usa); collaborò anche, come direttore dei lavori, alla realizzazione del Vittoriano (Altare della Patria).

Analizzando e raffrontando le date scolpite sul sepolcro dei Brogi (1881) e quelle dell’edificazione romana del Palazzo Koch (1886-1892), si può affermare come il grande architetto abbia realizzato il sepolcro almeno 10 anni prima del grandioso palazzo capitolino: gli imbotti delle finestre poste all’ultimo piano della costruzione di via Nazionale e la tomba avezzanese sono identici, ma bisogna tener conto che lo stilema degli edifici dell’epoca spesso è lo stesso.

A seguito di apposite ricerche, infine, è stato accertato che altro insigne architetto, il milanese Luigi Broggi (non si faccia confusione tra una o due “g” del cognome poiché spesso l’errore è dovuto a disattenzione dell’ufficiale d’anagrafe), coevo di Koch, ha progettato nel capoluogo meneghino importantissimi edifici privati e pubblici tra cui la sede della Borsa, il Palazzo del Credito italiano, il Palazzo delle Poste, monumenti funerari nel Cimitero monumentale: esiste relazione tra i due maggiori progettisti di edifici bancari romani e milanesi da una parte e il comune cognome del milanese e dei fratelli avezzanesi appartenenti a famiglia notabile del capoluogo marsicano?

Agli studiosi del futuro, se lo riterranno opportuno, il compito di accertarlo.

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