Rifiuti sanitari, alla Maio sequestrati 421mila euro

La Forestale contesta il peso e la tipologia degli scarti degli ospedali La ditta si difende: è tutto in regola, noi preleviamo contenitori già sigillati

AVEZZANO. Sequestrati somme e titoli per un ammontare di 421mila euro a carico di Francesco Maio, legale rappresentante della ditta Maio Guglielmo srl. Il tutto è legato a un’inchiesta, sfociata nel rinvio a giudizio del patron del Lanciano calcio per una presunta truffa per 421mila euro ai danni della ex Asl Avezzano-Sulmona, derivante da problemi nel calcolo del peso dei rifiuti liquidi ospedalieri effettivamente ritirati e pagati dalla ex azienda alla ditta.

Il gip del Tribunale di Lanciano, Massimo Canosa, su richiesta del Procuratore Francesco Menditto, ha disposto il sequestro per equivalente di somme e titoli per un importo pari a quello della ipotizzata truffa. Nell'ambito di verifiche sulla gestione di rifiuti sanitari nelle diverse Asl abruzzesi, personale del Nucleo investigativo del Corpo forestale dello Stato di Pescara, ha accertato diverse irregolarità sul sistema di gestione, in particolare per quanto concerne l'Asl Avezzano-Sulmona. Nelle strutture di tale azienda sanitaria l'affidataria del servizio Maio Guglielmo srl avrebbe contabilizzato il ritiro di scarti sanitari a rischio infettivo aventi stato fisico liquido, come avvenuto in contenitori interamente riempiti. Le ispezioni eseguite su carichi in partenza dagli ospedali della Asl Avezzano-Sulmona avrebbero permesso di appurare che i contenitori deputati alla raccolta di scarti avente natura liquida, in realtà, erano solo parzialmente riempiti e peraltro con rifiuti anche aventi stato fisico solido. Infatti, il costo per il trasporto e recupero dei bidoni destinati alla raccolta di rifiuti sanitari a rischio infettivo aventi stato fisico liquido, pari a 3,50 euro al litro, veniva determinato in base alla capacità dei recipienti e non all'effettivo livello di scarto in essi contenuto. Quelli allo stato solido venivano invece contabilizzati al prezzo di 1,60 euro al chilogrammo. Ciò avrebbe consentito alla ditta, nel periodo febbraio 2009-aprile 2010, di procurarsi un ingiusto profitto di circa 421mila euro. «Le operazioni sono state fatte in assoluta integrità e correttezza», si difende la Maio Guglielmo srl, «le operazioni di confezionamento del rifiuto sono svolte dal personale della Asl, non da operatori dell’azienda che invece prelevano contenitori già ermeticamente chiusi e pronti per il trasporto, senza poter fare verifiche sul volume reale del materiale in essi contenuto».

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