via libera della protezione civile a Villa Gioia e al tre archi  

Sì alle due strutture per malati e sanitari

SULMONA. La Regione dà il via libera alle due strutture individuate dal Comune di Sulmona per ospitare pazienti positivi Covid che non necessitano di cure ospedaliere o sanitari impegnati nell’emerge...

SULMONA. La Regione dà il via libera alle due strutture individuate dal Comune di Sulmona per ospitare pazienti positivi Covid che non necessitano di cure ospedaliere o sanitari impegnati nell’emergenza. Il sì è arrivato da Silvio Liberatore dirigente della Protezione civile regionale, dopo i sopralluoghi per verificare i requisisti effettuati l’altro giorno. Le due strutture, che saranno cedute per un mese alla Regione, prorogabile di un altro, sono Villa Gioia e l’hotel Tre Archi a Bugnara. Il primo stabile, di proprietà dell’associazione Aias, potrà finalmente entrare in funzione dopo essere stato inaugurato nel 2013 come casa di accoglienza per disabili e mai entrato in funzione per le autorizzazioni non più arrivate. La grande e nuova struttura che si trova a Torrone, frazione di Sulmona, era stata inaugurata a maggio di sette anni fa, poi un problema burocratico sulla destinazione d’uso ha chiuso i cancelli della residenza di campagna mai entrata in funzione. «Questa struttura presenta i requisiti affinché venga destinata, ad uso alloggio, per i pazienti risultati positivi già ospedalizzati, o che non possono restare nel proprio domicilio», scrive Liberatore, «e anche per le persone in sorveglianza sanitaria, isolamento fiduciario o permanenza domiciliare, nel caso in cui tali misure non possano essere attuate nella propria abitazione. La gestione sanitaria della struttura sarà affidata alla Asl. L’hotel Tre Archi, a Bugnara, servirà ad ospitare i sanitari impegnati nell’emergenza», continua Liberatore, «per questo chiediamo con urgenza al direttore sanitario dell’ospedale Tonio Di Biase di conoscere il numero delle persone coinvolte». Anche in questo caso il contratto di cessione con la Regione durerà un mese, prorogabile di altri 30 giorni in base all’evoluzione dell’emergenza». (f.p.)
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