Scuola Finanza, dubbi sulla tenuta

Esposto a Napolitano: critiche al progetto sotto il profilo antisismico

L'AQUILA. Potrebbe esserci una nuova valutazione della tenuta sismica della Scuola della finanza. Infatti, dopo una serie di esposti archiviati dalla magistratura, sono in arrivo due segnalazioni, alla presidenza della Repubblica e alla presidenza del consiglio, da parte di un ingegnere romano, Sergio Andruzzi, ora in pensione.  Questi dopo aver lavorato molti anni fa nello studio di progettazione di quella struttura ritiene che ci siano stati dei gravi errori nella progettazione con particolare riferimento alle fondazioni su pali dei 9 corpi dell'edificio B2. E' vero che i fabbricati non hanno avuto danni dal terremoto, ma a suo dire, questo non è stato un banco di prova adeguato visto che tra Preturo e Coppito il sisma non è stato violento come, ad esempio a Onna. 

LA PERIZIA.
Le sue perplessità trovano riscontro in una vecchia relazione dell'Ordine degli ingegneri di Roma redatta quattro anni fa il cui contenuto, va detto, non fu ritenuto rilevante dalla procura.  A che titolo l'Ordine degli ingegneri di Roma è intervenuto? Ciò deriva dall'obbligo che questa istituzione ha di intervenire nelle sedi opportune qualora «nel suo compito di vigilanza riscontri violazioni di norme tecniche effettauate da propri iscritti».  E, a dire il vero, la lettura di alcuni passi di questa perizia esibita dall'Ordine romano, qualche perplessità la crea visto che è firmata da due autorevoli ingegneri Antonio Capozzi e Pietro D'Asdia.

Ci sono alcuni passi della relazione, infatti, comprensibili anche a chi non ha alcuna cognizione delle costruzioni, che lasciano pensare. «Il progetto delle fondazioni» si legge nella relazione, «calcolato con uno schema, è stato realizzato con un altro schema del tutto anomalo, e, inspiegabilmente, privo di una valida verifica dell'interazione terreno-struttura sotto sisma. Il Consiglio superiore dei lavori pubblici non è stato informato della sostanziale variazione con delle motivazioni pretestuose». «L'incertezza statica è fondata» si legge ancora nella perizia, «e non assicura la pubblica incolumità».

«Il progettista» dicono ancora i periti designati dall'Ordine degli Ingegneri di Roma «ha commesso gravi carenze professionali e deontologiche per non avere valutato nei modi scientificamente dovuti la propria scelta, di incerta e non dimostrata efficacia sotto sollecitazione sismica, e in violazione di una non equivoca prescrizione normativa. Le incongruenze sono palesi nella contradditorietà tra tavole di progetto, relazioni di calcolo e realtà costruttiva ed è inoltre fondamentale la constatazione che nulla è stato accennato sul comportamento dinamico dei "liberi pali" sotto scosse sismiche. In termini conclusivi manca la dimostrazione di calcolo che la sicurezza del sistema fondale realizzato abbia, almeno, la medesima condizione di sicurezza rispetto a quella conforme alla norma tecnica violata». 

IL COLLAUDO.
I due esperti sono critici anche con i collaudatori. Tra questi c'è anche l'ingegnere Angelo Balducci, già presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici e indagato per presunte irregolarità negli appalti del G8 alla Maddalena.  «Le anomalie rilevate» si legge nella relazione dell'Ordine degli ingegneri di Roma, «e i gravi dubbi sulla sicurezza non possono non avere riflessi sul collaudo statico emesso dagli ingeneri Angelo Balducci e Renato Battista i quali hanno acquisito e accettato passivamente tutte le argomentazioni a sostegno del modello progettuale adottato che, a loro parere, non è apparso strutturalmente critico. Non è possibile affermare, quindi, che i collaudatori abbiano rispettato appieno la legge 1086 del 1971 laddove è scritto che la realizzazione delle opere pubbliche deve avvenire in un modo tale da assicurare la perfetta stabilità e sicurezza delle strutture e da evitare qualsiasi pericolo per la pubblica incolumità». 

ALTRE VALUTAZIONI.
Anche dopo l'archiviazione del pm i due periti dell'Ordine romano hanno ribadito la loro tesi sostenendo che la stessa archiviazione «non sana la potenziale insicurezza dell'opera che non è solo ipotetica bensì del tutto possibile. Chi non provvedesse a far verificare il grado di sicurezza dell'opera con gli opportuni strumenti violerebbe la legge sismica».

© RIPRODUZIONE RISERVATA