Scuole, Cgil in campo «La nostra provincia  perde 550 alunni» 

Del Biondo (segretaria Flc): «La situazione è drammatica» L’appello: «Contro le chiusure serve un’inversione di rotta»

L’AQUILA. Mentre tutta l’Italia è incollata al grande schermo e spera che l’istituto scolastico Cesidio Gentile detto “Jurico” si salvi, la provincia dell’Aquila perde 550 studenti rispetto allo scorso anno. Il film “Un mondo a parte” di Riccardo Milani ha portato in tutta Italia la preoccupazione di un intero paese del Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise che rischia di perdere la scuola per carenza di iscritti. Una storia che, purtroppo, per molte comunità abruzzesi è realtà.
I NUMERI
Miriam Anna Del Biondo, segretaria generale Flc-Cgil della provincia dell’Aquila, ha denunciato il forte calo degli iscritti alle scuole del territorio che rischia di metterne in crisi in alcuni casi l’esistenza. Nell’informativa annuale sull’organico docenti diffusa dall'ufficio scolastico regionale per l’anno scolastico 2024/25 è stato evidenziato che il momento è drammatico. «Sulla base dei dati delle iscrizioni, che le istituzioni scolastiche inseriscono nel sistema informatico, si ottiene l’impianto organico calcolato su parametri nazionali», ha spiegato la segretaria Flc-Cgil. «Gli uffici scolastici hanno poco spazio di manovra e, anche negli anni in cui non si prevedono tagli, il drastico calo della popolazione scolastica comporta la perdita di posti. Quest’anno, infatti, da parte degli uffici scolastici, non sarà applicato alcun taglio, la dotazione organica resta confermata rispetto allo scorso anno, ma la combinazione di spopolamento e denatalità ci consegna un quadro desolante facendo registrare un calo significativo di iscrizioni alla scuola dell’infanzia e, seppur in numero inferiore, alla scuola primaria». La provincia perde circa 550 alunni rispetto allo scorso anno scolastico. Per Del Biondo sono numeri significativi, determinati dalla carenza di nascite e dallo spopolamento. Oggi si registrano alla scuola dell’infanzia e alla primaria, ma poi si riverseranno a cascata sulle scuole medie e superiori.
L’ASCOLTO
«C’è urgenza di un’inversione di tendenza», ha aggiunto la sindacalista, «come diciamo da anni, è un problema che investe la scuola, ma non è un problema della scuola. È un problema politico che pretende soluzioni politiche. Come è un problema politico diffuso quello della dispersione scolastica che, a mano a mano che ci si sposta dalla scuola dell’obbligo, va ad aumentare i numeri in negativo e a favorire fenomeni di altra natura relativi all’adolescenza, tanto più che l’abbandono degli studi riguarda soprattutto ragazzi e ragazze che provengono da fasce sociali svantaggiate. Si calcola che in Abruzzo nel 2022 ben 8.000 ragazzi e ragazze tra i 18 e i 24 anni abbiano abbandonato gli studi con quali prospettive non è difficile capirlo». I numeri peggiorano di anno in anno e la salvezza, soprattutto delle scuole di montagna come quella del film del regista Milani, è sempre più appesa a un filo. «Ogni anno ci ritroviamo a dire le stesse cose, con numeri sempre peggiori», ha concluso Del Biondo, «ogni anno invochiamo l’ascolto e tuteliamo i perdenti posto. Ogni anno lottiamo per non chiudere le scuole, ma poi ci ritroviamo a chiederci se quei due, tre, dieci o 15 tra bambini e bambine che manteniamo in una scuola di montagna abbiano davvero le stesse opportunità formative dei coetanei che vivono nelle aree urbane. La scuola di Pescasseroli, da anni in deroga rispetto ai parametri nazionali, da anni tutelata e protetta nei tavoli per il dimensionamento, è oggi al centro delle cronache per un film che ci auguriamo sia di successo. Ci fa piacere che la cultura scopra le aree interne. Queste sconosciute. Ci auguriamo che l’attenzione mediatica resti viva anche quando saranno scorsi i titoli di coda e che si trasformi nella ricerca politica di soluzioni a un problema complesso e difficile come quello della desertificazione della provincia dell’Aquila».