Stragi sulle strade, dati allarmanti Ecco le misure di prefettura e Aci 

In provincia l’indice di mortalità è superiore alla media nazionale: tredici vittime e 819 feriti nel 2022 Un opuscolo sarà distribuito per sensibilizzare i cittadini, l’iniziativa rivolta soprattutto alle scuole

L’AQUILA. Un opuscolo da distribuire anche nelle scuole per ridurre il numero degli incidenti stradali mortali in provincia dell’Aquila, dove si registra un’incidenza superiore alla media nazionale. Ieri mattina il prefetto Giancarlo Di Vincenzo, il segretario generale dell’Aci nazionale Gerardo Capozza e la presidente dell’Automobile club L’Aquila Marfisa Luciani hanno presentato un opuscolo informativo redatto dall’Osservatorio sull’incidentalità stradale, istituto presieduto dal prefetto. Si tratta di una iniziativa volta a sensibilizzare tutti i cittadini, soprattutto i giovani, sul fenomeno degli incidenti stradali e sulla necessità di fare ulteriori passi in avanti rispetto ai comportamenti sbagliati nella guida. Alla presentazione hanno partecipato il questore Enrico De Simone, il responsabile della Struttura territoriale Abruzzo-Molise dell’Anas Antonio Marasco e componenti dell’Osservatorio.
DATI MORTALITà IN PROVINCIA
I dati sono impressionanti. Nella provincia dell’Aquila, nel 2022, (i dati 2023 non sono ancora consolidati), ci sono stati 545 incidenti con 13 vittime e 819 feriti. L’indice di mortalità, ovvero delle vittime ogni 100 incidenti, raggiunge il 2,4 per cento, una cifra altissima, superiore alla media nazionale che si ferma all’1,9% e a quella regionale che si attesta al 2,1. I veicoli coinvolti sono soprattutto autovetture, per l’81%, anche perché si tratta del maggior numero di veicoli circolanti (217.263, il 77% del totale). In aumento, purtroppo, i motocicli coinvolti in incidenti (+39% rispetto al 2019). Le prime tre cause di incidente sono, ricorda l’Osservatorio, il mancato rispetto dei segnali, la velocità e la guida distratta o indecisa.
UNA PISTOLA CARICA
«Ogni automobilista che sale in macchina, deve pensare che ha in mano una pistola carica». Con queste parole il segretario nazionale dell’Aci, Gerardo Capozza, cerca di responsabilizzare gli automobilisti per convincerli a un uso corretto del proprio mezzo di trasporto. «Le regole non sono contro gli automobilisti, sono pensate per salvare loro la vita», ha proseguito, «e ogni volta che si sale sul proprio veicolo, si deve essere consapevoli che si hanno in mano la propria vita e quella degli altri».
LE SANZIONI NON BASTANO
Le norme ci sono, i controlli anche, bisogna intervenire sulla cultura di chi si mette in strada. Il prefetto ha sottolineato «l’importanza di affiancare la costante opera di controllo delle forze dell’ordine con comportamenti responsabili e consapevoli da parte degli utenti della strada. Il mancato rispetto delle regole è un pericolo per se e gli altri ed ha un costo sociale che impatta sulla comunità».
UNA CULTURA STRADALE
Per Capozza è necessario acquisire una «cultura stradale. La distrazione», ha ricordato, «è la principale concausa degli incidenti. A questo si aggiungono velocità, mancato rispetto delle regole e dei sistemi di sicurezza personali, l’abuso di alcol e droga. Questo opuscolo nasce dalla necessità di far capire che la sicurezza è un bene per tutti e sulla strada tutti vanno rispettati».
UN SERVIZIO PER I SORDOMUTI
La presidente dell’Aci L’Aquila ha annunciato un importante servizio disponibile da maggio. «Si tratta di un servizio, riservato all’utenza debole che avrà a disposizione un interprete specializzato nella lingua dei segni. Un servizio fondamentale sul fronte dell’inclusione sociale e destinato alle persone con problemi di udito», ha detto Marfisa Luciani. «Queste persone con l’ausilio di una video comunicazione e del call center di Evoluzione Lis potranno colloquiare senza ostacoli coi nostri uffici». Altra iniziativa dell’Aci saranno i corsi di guida per oltre 1.000 allievi della Finanza.
COMPORTAMENTI KILLER
«Non esistono strade killer», ha detto Antonio Marasco, «ma comportamenti killer: telefonini, velocità, mancato uso delle cinture e del casco, bambini lasciati liberi in auto». «Le norme ci sono e noi facciamo continui controlli», ha ricordato Daniela Pasqua, comandante del Compartimento di polizia stradale. «Ma le sanzioni da sole non bastano».
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