Sullo schermo le immagini della tragedia

Senza contestazioni l’affollata anteprima in piazza Duomo del film «Draquila»

L’AQUILA. L’odissea delle tendopoli, le contraddizioni della Commissione grandi rischi, la paura della notte, ma anche la rabbia degli imprenditori che ridevano, pronti a cogliere il business della ricostruzione. Sotto al tendone bianco di piazza Duomo, pieno da scoppiare, gli aquilani che hanno assistito all’anteprima di “Draquila“, il film-documentario di Sabina Guzzanti hanno ripercorso in un’ora e mezza un anno di post-sisma sul grande schermo. Storie di una vita diventata ordinaria nello straordinario che fanno capolino tra il viavai dei «grandi della terra».

In tanti fanno i conti con l’emozione di rivedersi sul grande schermo, come parte di un mosaico che l’attrice-regista ha realizzato.
Così, dopo un’ouverture in cui il sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, descrive la desolazione di Costa Masciarelli, uno dei luoghi più caratteristici e vivi della città prima del terremoto, scorrono le immagini del premier, Silvio Berlusconi, per arrivare al terremoto.
Le immagini della distruzione lasciano il posto ai primi soccorsi, alle squadre di volontari, all’esercito, alla polizia e alla Protezione civile. Tra una tenda e l’altra fanno capolino le prime, timide, testimonianze degli aquilani.

Il primo a riconoscersi sullo schermo è Antonello Ciccozzi, ricercatore di antropologia culturale che prova a descrivere le difficoltà dell’immediato. Poi, le telecamere raccontano tante piccole e grandi storie. Applauditissimo il contributo dello storico, Raffaele Colapietra, l’unico ad avere il coraggio e la forza emotiva, nonostante l’età, a restare a vivere nella sua casa semiagibile, nel cuore della zona rossa. Applausi al racconto delle contraddizioni del Progetto Case, ma anche delle difficoltà delle famiglie nel lasciare le tende.

Argomenti che agli aquilani interessano molto più delle vicende del premier. Non ci sono state le contestazioni, annunciate nonostante tutto sui social network, da parte di chi vede il lavoro della Guzzanti come «un tentativo di utilizzare L’Aquila per i propri fini».
Le uniche proteste sono quelle di chi è rimasto fuori sotto la pioggia. Per molti il dibattito dopo la proiezione si è trasformato in un’occasione per confrontarsi sui problemi attuale e su quelli passati. Qualcuno, come il critico cinematografico della Lanterna Magica, Piercesare Stagni, ha ringraziato la Guzzanti per «portare a Cannes i veri problemi di questa città, in una dimensione in cui L’Aquila può diventare un vero laboratorio per la democrazia di questo Paese».

Per molti, il film della Guzzanti, in cui trovano spazio anche tante testimonianze tra quelli che hanno apprezzato gli interventi del governo, può rappresentare una vetrina significativa per L’Aquila e per l’Italia.
«Credo che sia importante», commenta la regista, «per la nostra democrazia. Bertolaso pensa che il film porti all’estero un’immagine falsata dell’Italia? Lo pensava anche Andreotti del film «Ladri di biciclette» che poi è diventato il fulcro del neorealismo». Purtroppo, non si potrà vedere il film al cinema all’Aquila, perché la casa di distribuzione non ha trovato un accordo.

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