Sulmona capitale della cultura,  la città ci crede: «Ce la faremo» 

I presidi di Scientifico e Classico: «Le potenzialità ci sono, ma vanno assolutamente migliorati i servizi» Taglieri della Fondazione Carispaq: «Centro storico di straordinaria bellezza e manifestazioni uniche»

SULMONA. Entusiasmo in città per l’annuncio da parte del Mibac di aver inserito Sulmona tra le 16 candidate a “Città della Cultura” per il 2025. C’è grande convinzione tra gli addetti ai lavori non solo di poter competere alla pari con città come Siracusa, Assisi, Orvieto, solo per citare le più note, ma anche di poterle superare e ambire al prestigioso riconoscimento.
«Questa notizia rallegra tutti i sulmonesi che hanno un senso di appartenenza alla città», afferma il preside del polo scolastico scientifico Massimo Di Paolo, «e che aspirano a raggiungere questo traguardo. Sulmona per la propria storia, per le proprie caratteristiche anche geografiche, ha tutte le carte in regola per aspirare a vivere questa realtà di rappresentanza della cultura. Ma la città non può aspirare a un riconoscimento così visibile, così importante nelle condizioni di grande difficoltà e di degrado urbano che sta vivendo. Questo è l’aspetto che più inquieta perché il turismo, sia culturale che di consumo, trova una città che è carente per servizi, ma anche negli arredi, nei trasporti, nella cura del verde. Facciamo sicuramente riferimento alla nostra storia e ai valori che abbiamo, ma una città della cultura deve presentarsi in regola con i musei idonei, sia sotto l’aspetto della cultura che della sicurezza. Abbiamo un grande vantaggio con due poli scolastici di valore, attorno ai quali far ruotare una progettazione molto significativa proprio per questo periodo che, speriamo, sarà attribuito alla nostra città».
Per la preside del polo classico Caterina Fantauzzi, Sulmona si trova in un territorio ricco di testimonianze storiche e di bellezze naturalistiche, ma questo patrimonio non è ancora adeguatamente valorizzato. «La candidatura di Sulmona», sottolinea la preside, «può sollecitare l’elaborazione di un progetto innovativo teso alla valorizzazione e all’integrazione delle risorse esistenti, mediante azioni concrete in grado di favorire lo sviluppo socio-economico. Inoltre, l’esperienza di Futurasulmona ci ha insegnato che la città è in grado di mettere in campo un impegno sinergico e partecipato su un progetto condiviso con il coinvolgimento degli esperti e dei giovani. Quindi, incrociamo le dita e speriamo di cogliere questa magnifica opportunità».
Entusiasta anche il presidente della Fondazione Carispaq, Domenico Taglieri: «Sulmona possiede un centro storico di straordinaria bellezza e di grande pregio, le Giostre cavalleresche in edizione moderna, tra le rievocazioni storiche più importanti dell’Abruzzo, unitamente al Sulmonacinema Film Festival, al Certamen Ovidianum, al Premio lirico intitolato alla soprano Maria Caniglia e dedicato alle giovani voci, alla stagione concertistica della Camerata musicale, alla stagione teatrale, alla rassegna Muntagnin'jazz».
Lo storico Fabio Maiorano evidenzia l’importanza dei circa tre chilometri quadrati compresi tra l’abbazia di Santo Spirito al Morrone e l’ex base logistica di Fonte d’Amore: «Costituiscono un autentico distretto della memoria e della spiritualità, pagana e cristiana, per la presenza di luoghi quantomai emblematici e simbolici: la stessa abbazia celestina che fu sede generale dell’Ordine monastico fondato da Celestino V, l’eremo di Sant’Onofrio, il tempio italico dedicato a Ercole Curino, il campo 78, nel quale furono rinchiusi i prigionieri sia della Grande guerra e sia del secondo conflitto mondiale. Sulmona è anche conosciuta per i confetti, pregevole per la sua tipicità, e l’aglio dalla tunica rossa».
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