Tasse universitarie, l’Ateneo aquilano tra i meno cari d’Italia

Gli studenti spendono in media 600 euro l’anno per le tasse La rettrice Inverardi: qui si applicano sconti per i più bravi

L’AQUILA. L’Ateneo aquilano è il meno caro d’Abruzzo e uno dei più convenienti in Italia. Gli studenti del capoluogo, infatti, spendono in media poco più di 600 euro l’anno, contro gli oltre 800 dei colleghi teramani e i 922 dei pescaresi. Un terzo, comunque, di chi frequenta l’Ateneo Iuav di Venezia o il Politecnico di Milano, dove le tariffe medie sono di oltre 1.800 euro l’anno. È quanto emerge dalla ricognizione a cura di Francesca Barbieri su il Sole 24 Ore sulla tassazione delle Università statali del paese. «La sfida è quella di dare una buona formazione a un costo competitivo», ha commentato la rettrice, Paola Inverardi. «Da Nord a Sud la situazione è molto variegata, ma emerge nettamente il dato positivo dell’Aquila, che può vantare una tassazione media pari a 602,48 euro». L’Ateneo del capoluogo è al terzo posto in assoluto per tassazione media più bassa, preceduto solamente dalle Università di Palermo (565) e di Potenza (525,92). Il dato da cui parte l’indagine del quotidiano economico è l’«Iseeu», l’indicatore della situazione economica equivalente degli universitari. All’Aquila per chi ha un Iseeu fino a 10mila il costo dell’Università è di 558 euro, arriva a 708 per Iseeu fino a 20mila. Se l’indicatore è tra 20 e 30mila, gli studenti pagheranno 958 euro. La tassa piena è di 1.308 euro. Cifre notevolmente inferiori anche rispetto a quelle dei vicini Atenei di Teramo e Chieti-Pescara. In quest’ultimo la media è di 922 euro: 757 per l’Iseeu più basso, 842, 928, 1100 euro per le altre fasce, fino ad arrivare a 1357 euro di tassazione piena. A Teramo il costo medio è 817 euro: da 392 a 2.432 in base alle fasce. A “battersela” per economicità con l’Ateneo del capoluogo sono quelli del Sud. A Bari il costo medio delle tasse è di 666,90 euro; 608 a Catanzaro; 667 all’Orientale di Napoli.

«Ogni ateneo riconosce sconti in base al reddito e al merito», spiega la stessa Barbieri nella sua inchiesta. «Senza contare, poi, che spesso l’importo complessivo da pagare è diverso a seconda del tipo di laurea». Proprio all’Aquila infatti la “scontistica”, come la definisce la stessa Inverardi, ha avuto un peso importante, soprattutto dal 2014, da quando cioè gli studenti sono tornati a pagare le tasse, dopo 5 anni di gratuità come forma di sostegno a seguito del sisma del 2009. «Abbiamo posto una grande attenzione quando abbiamo reinserito la tassazione, proprio perché volevamo mantenere il più basso possibile il costo degli studi. Sono stati introdotti anche meccanismi promozionali che hanno fatto aumentare la produttività degli studenti: chi è più bravo paga di meno, indipendentemente dall’Iseeu», ha spiegato la Inverardi, che assicura: «Ci teniamo a mantenere i costi bassi. Non ritengo che a un costo inferiore delle tasse possa corrispondere un numero inferiore di servizi offerti. In Abruzzo siamo l’unico Ateneo che ha una Casa dello studente, con una quantità di posti superiore al pre-sisma. Credo che si possa fare di più, ma c’è oggettivamente chi sta peggio di noi».

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