Terremoto L'Aquila, è scontro sul centro storico chiuso

La Confcommercio: la categoria fortemente penalizzata dalle decisioni dell’amministrazione

L’AQUILA. Sono cominciate ieri mattina le verifiche sullo stato di salute dei puntellamenti nel centro storico, da sabato parzialmente chiuso, attività commerciali incluse, a seguito del nuovo sciame sismico che sta destando allarme e preoccupazione tra la popolazione. Uno stop fortemente contestato dai titolari dei negozi e dei locali della movida costretti da sabato scorso a chiudere i battenti così come disposto dall’ordinanza del sindaco Massimo Cialente.

Sulla questione scende in campo anche la Confcommercio che si dice «sconcertata» dai provvedimenti adottati negli ultimi giorni dall’amministrazione comunale. «Provvedimenti», spiegano Celso Cioni e Alberto Capretti, rispettivamente direttore regionale e presidente comprensoriale della Confcommercio, «che hanno determinato pesanti conseguenze sul settore commerciale, peraltro già in forte crisi. Ci riferiamo sia alla chiusura del centro storico che ai lavori su via Corrado IV. Né nel primo, né nel secondo caso la nostra associazione è stata informata e tantomeno ascoltata preventivamente, come invece prevedono espressamente le normative relativamente alle associazioni di categoria maggiormente rappresentative. Ricordiamo che nell’agosto 2010, prima ancora di assumere il provvedimento di chiusura del centro storico, fummo debitamente ascoltati d’urgenza, in considerazione dello sciame sismico che interessò il territorio di Montereale, e in quell’occasione contribuimmo fattivamente ad assumere decisioni drastiche motivate dalla priorità attribuita alla sicurezza dei cittadini. Proprio per questo non comprendiamo le ragioni che hanno indotto, in tale delicato passaggio, a non ascoltare preventivamente le associazioni di categoria».

Secondo Cioni e Capretti, «analogo strampalato comportamento si è registrato rispetto all’avvio dei lavori stradali in viale Corrado IV che sta determinando ingenti danni economici agli esercizi commerciali cui viene impedito o ostacolato il diritto di libera impresa». Ragione per la quale la Confcommercio chiede un incontro urgentissimo al sindaco «per individuare le iniziative volte a evitare conseguenze gravissime sul piano economico e occupazionale».

Sin qui la Confcommercio. E, sul fronte centro storico, non rientra la polemica neppure con l’assessore regionale alla Protezione civile Gianfranco Giuliante.

«Ormai da quasi un anno», afferma, «c’è un documento ufficiale a firma del comandante provinciale dei vigili del fuoco che, in riferimento alle ordinanze sindacali riguardanti la perimetrazione della zona rossa, sostiene: “emergono perplessità in ordine alla finalità della valutazione del rischio”, condotta dal Comune! Le valutazioni fatte dal Comune ...favorevoli ai fini dell’incolumità pubblica “sono da intendersi erronee e foriere di potenziale, ma sussistente, pericolo di sottovalutazione del rischio”. I vigili del fuoco, insomma, sottolineano “l’assoluta necessità di procedere all’accertamento della sussistenza di ragionevoli condizioni di sicurezza ai fini di un compiuto pronunciamento sulla fruibilità degli spazi pubblici del centro storico”. Se il centro storico e in particolare l’ex zona rossa riperimetrata è a rischio e pericolosa», conclude Giuliante, «coloro i quali hanno rilasciato e continuano a rilasciare autorizzazioni ad attività commerciali creano un danno economico a chi ha investito e amplificano il rischio per gli utenti che il centro frequentano».

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