Terremoto, L'Aquila 21 mesi dopoI tartassati del sisma senza fine

Macerie ancora in strada e sfollati alle prese col fisco. Stop ai benefìci: già riattivati mutui, bollette e bolli auto. Da luglio torna la restituzione dei quindici mesi di tributi sospesi. Lavoro, 8mila in cassa integrazione

L'AQUILA. I tartassati. Ventuno mesi dopo il sisma gli aquilani stanno come il cavalier Pezzella-Totò nel memorabile film di Steno. Alle calcagna il ministro Tremonti nel ruolo del maresciallo della Tributaria Topponi-Fabrizi. Le tasse nuove riprendono per tutti, nessuna categoria esclusa: a dipendenti e pensionati, che le pagavano già da giugno, si sono aggiunti autonomi e imprese senza limiti di fatturato. Le tasse vecchie tornano al 100% dal primo luglio. Gli assistiti sono poco meno di 40mila. Dei 4,2 milioni di tonnellate di macerie da trattare ne sono state tolte meno di 100mila.

TASSE. 1-1-11: questo l'anomalo terno del contribuente che risiede nel cratere sismico. Si tratta dei tre numeri che definiscono lo spartiacque rispetto ai benefìci fiscali di cui gli aquilani hanno finora goduto. Va bene che lo stato di emergenza è stato prorogato per un altro anno, fino al 31 dicembre 2011, con conseguente estensione su autonoma sistemazione e assistenza abitativa nelle strutture pubbliche e private per chi non ha casa, ma dal punto di vista delle tasse non ci sono sconti. E qui, per tornare a Totò, non valgono neppure le diavolerie del consulente fiscale impersonato da Louis De Funes. Niente battute di caccia né elettrodomestici da regalare. Tutti devono ripagare tutto. L'unico rinvio riguarda la restituzione delle vecchie tasse sospese (aprile 2009-giugno 2010), che comunque non tarderà ad arrivare, dal primo luglio, con una rata doppia rispetto a quella che si sarebbe dovuta corrispondere da gennaio. Insomma, un 2011 tutto in salita per una città che stenta a rimettersi in piedi 640 giorni dopo il sisma.

MUTUI E BOLLETTE. Con le tasse, il nuovo anno porta nelle case degli aquilani (sempre per chi la casa ce l'ha) le bollette di acqua, luce, gas e telefono. A tariffe agevolate, in certi casi, ma comunque da mettere in conto nella voce delle uscite. Tornano le rate di mutuo, per la quasi totalità riprese già da luglio 2011, con tanto di interessi. È in corso una battaglia per ottenere una riduzione, attraverso una cartolarizzazione, che non gravi ulteriormente sul contribuente. Tornano anche i tributi locali, dall'Ici alla Tarsu, la tassa sui rifiuti per la quale si profila un gran caos specialmente per la delocalizzazione di molte attività produttive. Cessata la sospensione, riecco anche il canone Rai e le tasse automobilistiche, con l'aggravio della restituzione dei vecchi pagamenti sospesi, le cui modalità, per molti, sono ancora avvolte nel mistero, visto che nessuno ha pensato a una circolare esplicativa per aiutare i cittadini a orientarsi nel tunnel delle scadenze. E in mezzo a questo marasma ci si mette anche la Regione. In arrivo in questi giorni, infatti, anche una raffica di accertamenti dall'ente amministrato dal commissario alla ricostruzione Gianni Chiodi che sta inviando sanzioni amministrative per i bolli degli anni 2007-2008, pre-sisma. Bussano alla porta, poi, anche le cartelle esattoriali di Equitalia per il recupero di vari tributi, dall'Irpef all'Ici alla Tarsu fino alle multe. Il «buco» da colmare, in questo caso, ammonta a parecchi milioni di euro.

LAVORO. In attesa dei dati di dicembre, che saranno disponibili a metà gennaio, i sindacati sono pessimisti sulla situazione legata all'occupazione, che ha subìto pesantissime ripercussioni a causa del terremoto. Secondo i dati disponibili, resi noti dalla Cgil provinciale, sono oltre 8mila le persone che si trovano in cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga. Le domande di nuova cassa integrazione sono circa 1.500. Al momento, circa il 25 per cento delle attività ha ripreso a funzionare, anche se, nella maggior parte dei casi, con i titolari delle imprese e non con i dipendenti rimasti fuori dalla lentissima ripresa. Si registra, nel contempo, un calo della cassa ordinaria coincidente con la decorrenza delle 52 settimane, con incremento di quella straordinaria. Una crescita che riguarda anche i lavoratori in mobilità che il lavoro l'hanno già perso. «Mentre ci si accapiglia sulle competenze e sulle attribuzioni l'economia langue e nessun provvedimento strutturale è arrivato per il lavoro nella zona colpita dal sisma», commenta Umberto Trasatti segretario provinciale della Cgil. «Ci sono ogni giorno vertenze su vertenze. A quelle vecchie e datate come Finmek si sono aggiunte quelle nuove come Abruzzo Engineering, Sacci, e Vibac. Come si può vivere con 600 euro al mese? È di questo che ci si dovrebbe preoccupare». La prossima data in rosso sull'agenda è la nuova scadenza della cassa integrazione prevista per fine gennaio.

MACERIE. Quattro virgola due milioni di tonnellate da rimuovere, meno di 100mila tonnellate rimosse. Questo il quadro, impietoso, delle macerie che continuano a ingombrare i centri storici e le periferie della città e degli altri centri del cratere sismico impedendo l'avvio della ricostruzione. Se è vero che il ministro Prestigiacomo disse: è tutto risolto, è vero invece che non si è trovato nemmeno un sito alternativo rispetto all'unico che finora ha ospitato i materiali derivanti da crolli e demolizioni, l'ex Teges di Paganica. Tre i milioni già spesi, 31 quelli messi da parte per l'anno 2010. Ma di sei impianti individuati (ex Teges, Barisciano, Goriano Sicoli, Pizzoli, Capestrano in provincia dell'Aquila e Isola del Gran Sasso, nel Teramano) ne funziona uno solo. Al ritmo di 150 tonnellate al giorno di conferimenti contro le 5-600 d'inizio 2010. Di questo passo, ha detto Legambiente, ci vorranno settant'anni. Non si contano più, ormai, i tavoli alla Regione per affrontare il problema. Alcuni sindaci di piccoli Comuni, in testa Villa Sant'Angelo, hanno chiesto se è possibile mettere da parte le pietre ed evitare di trattarle come tutto il resto, cioè come rifiuti. Stanno ancora aspettando una risposta. E i mezzi per poter cominciare a rimuoverle da strade e piazze dei loro paesi devastati.

QUARANTAMILA. Una quota di assistiti grande quanto una città. Sono 40mila le persone che tra autonoma sistemazione, cioè l'assegno mensile per chi si è trovato l'alloggio da solo (formando anche, alla bisogna, nuclei familiari allargati), progetto Case, Map (moduli abitativi provvisori), alloggi del fondo immobiliare o affitti a canone concordato, alberghi dentro e fuori L'Aquila e caserme adattate a dormitori, risultano ancora a carico dello Stato. La cifra, sottratta ai 67mila del picco massimo di assistiti che si registrò nell'immediato post-emergenza, parla di 27mila persone che, al netto di chi ha lasciato la città per trasferirsi altrove (quota che, per il Comune, è al di sotto delle mille unità) sono coloro che sono riusciti a rientrare nella propria abitazione. Chi deve ancora farlo ha tempo fino al 30 giugno 2011 per presentare i progetti per riparare case classificate E, cioè con danni strutturali. Chi ha una casa con danni lievi (classificata A) e finora non l'ha ancora risistemata può iniziare i lavori entro il 31 marzo. E questo si chiama balletto delle proroghe. La danza che, di 6 mesi in 6 mesi, accompagna anche nel 2011 gli aquilani tartassati.

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