Trovato il telefonino della 16enne sparita 

Localizzato a Roma, interrogato il giovane che ne era in possesso. Si stringono le ricerche per riportare Lorena a casa 

GIOIA DEI MARSI. La 16enne sparita da Gioia dei Marsi si trova a Roma come ipotizzato dagli inquirenti sin dai primi giorni della scomparsa.
Il suo smartphone, ritrovato proprio nella capitale nella disponibilità di un ragazzo straniero, è stato localizzato e sequestrato dagli investigatori nei giorni scorsi.
Il giovane è stato interrogato, ma su quanto dichiarato vige il massimo riserbo. Chi indaga non si sbottona su come il ragazzo sia entrato nelle disponibilità del cellulare di Lorena Giancursio. Cellulare che risulta spento dalle ore successive all’allontanamento della giovane dalla casa dei nonni paterni cui era affidata.
Gli inquirenti avevano ipotizzato che l’adolescente si era disfatta del telefonino proprio per non essere rintracciata.
Potrebbe averlo venduto al fine di acquistare un nuovo dispositivo con una nuova scheda, entrambi non intestati a lei visto che i nonni hanno sempre dichiarato che si è allontanata senza i documenti di riconoscimento.
Sono trascorsi 28 giorni da quando la ragazzina ha fatto perdere le sue tracce.
«È passato quasi un mese da quando Lorena è scomparsa», racconta al Centro il nonno Alfonso Mascitelli, «siamo molto in pensiero per lei e speriamo di ricevere presto buone notizie».
La pista romana, seguita dagli inquirenti, ha dato i suoi buoni frutti. Ora però bisogna trovare Lorena che probabilmente si nasconde da qualche parte in città. Nella telefonata alla trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” la 16enne aveva detto chiaramente di stare bene, ma di non voler essere cercata. Tuttavia trattandosi di una minore le sue volontà non potranno essere assecondate. Al momento, la Procura per i minorenni dell’Aquila procede per sottrazione di minore contro ignoti. Lorena Giancursio era scappata anche qualche anno fa e dopo poco era stata ritrovata a Roma. In questi lunghi 28 giorni sono diverse le segnalazioni arrivate ai carabinieri. Segnalazioni anonime che, sospettano gli inquirenti, possono essere state effettuate per depistare o far perdere tempo prezioso a chi conduce le indagini.
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