Villa Sant’Angelo, ricordo e speranza

Il prefetto Gabrielli ha inaugurato il monumento alle vittime del sei aprile.

VILLA SANT’ANGELO. Il sei aprile sotto le macerie del centro storico di Villa Sant’Angelo 17 persone furono strappate alla vita. La luce del giorno illuminò un paese distrutto, centinaia di persone in fuga e col cuore spezzato.
Ieri a Villa Sant’Angelo la pietra, che tanto male ha fatto quella notte, è spuntata di nuovo come un germoglio in primavera. E’ stato un bravissimo scultore locale, Pasquale Liberatore che, con la pietra bianca della Maiella donata dal gruppo alpini di Lettomanoppello ha realizzato un cippo alla memoria di coloro che non ci sono più.

E’ stato posto nel punto più alto del nuovo villaggio di Villa Sant’Angelo, di fronte alla chiesetta di legno dove ieri mattina don Luigi ha celebrato la Santa Messa per poi partecipare alla cerimonia di inaugurazione del monumento alle 17 vittime del terremoto del sei aprile. Con il parroco c’erano il sindaco Pierluigi Biondi e il prefetto Franco Gabrielli. E poi tanti abitanti, molti con le lacrime agli occhi e con il pensiero a coloro che mancano e che resteranno segno indelebile del dramma ma anche forza e speranza per un futuro più sereno. Cerimonia semplice e sobria con poche ma significative parole. Sullo sfondo il centro storico piegato e ferito e ancora da ricostruire; sulla collina di fronte Tussillo, la frazione anch’essa duramente colpita dalla scossa di aprile.

Il sindaco Biondi grazie alla solidarietà giunta da tutta Italia ma anche con un lavoro continuo, senza guardare a orari e condizioni climatiche, oggi può dire di aver ridato una casa - se pur provvisoria - a tutti coloro che 9 mesi fa l’hanno persa e soprattutto ha impedito che la comunità venisse disgregata. «Tutto questo» ha detto il primo cittadino «è avvenuto senza mai dimenticare coloro che non ci sono più». Biondi ha letto un messaggio del presidente della Camera Gianfranco Fini che non ha potuto presenziare alla cerimonia per precedenti impegni. Nel messaggio Fini ha ricordato che tanto si è fatto ma che ora bisogna completare gli interventi dando il via alla ricostruzione dei paesi.

Il prefetto Gabrielli ha parlato di Villa Sant’Angelo come del borgo, al di fuori del Comune dell’Aquila, che ha pagato di più in termini di sacrificio umano. Gabrielli ha inoltre sottolineato: «Il giorno in cui si farà e si riscriverà la storia del post terremoto si potranno mettere in fila tante cose: c’è la solidarietà della prima ora, c’è la solidarietà dettata dal sentimento anche se poi questa solidarietà non sempre viene mantenuta alta o all’altezza della situazione. Poi ci sono tante persone e istituzioni che al di fuori delle luci della ribalta continuano a fare e a dare il proprio sostegno, ed è a loro che anche oggi io rivolgo, insieme al sindaco, un sentito grazie».
Gabrielli ha poi detto che Villa Sant’Angelo nonostante la grande tragedia ha avuto «la forza di rimboccarsi le maniche» e oggi può dire di aver fatto grossi passi avanti per poter guardare con fiducia al futuro.