È morto l’imprenditore Di Lena 

Oggi l’addio al titolare della concessionaria Autoabruzzo Bmw, aveva 68 anni

PESCARA. Era arrivato da Napoli negli anni Settanta per realizzare il sogno di aprire una concessionaria di auto a Pescara e ce l'ha fatta. Il lavoro era anche una grande passione per Salvatore Di Lena, titolare di Autoabruzzo Bmw a San Giovanni Teatino, morto la notte scorsa a 68 anni nell'ospedale di Pescara dove era ricoverato da una decina di giorni. Da quattro anni combatteva contro un male incurabile. Lascia la moglie Gina Brocco, pescarese, i figli Andrea con Marisa e Federico con Gessica, il fratello Carlo, la sorella Ada e tanti nipoti. I funerali dell'imprenditore, originario di Francavilla Fontana, in Puglia, si svolgeranno oggi alle 15 nella chiesa di Sant'Antonio a Montesilvano, dove risiedeva con la famiglia nella zona di via Chiarini. La cerimonia funebre sarà celebrata da don Lorenzo Di Domenico, parroco a Città Sant'Angelo, amico di famiglia.
Era nato in Puglia ma cresciuto a Napoli. Negli anni Settanta Di Lena si trasferì a Pescara con lo zio Alberto Di Lena, ex presidente del Pescara calcio, che aveva preso contatti con la famiglia Agnelli per realizzare l'impresa. Insieme, nel 1978, aprono la concessionaria Autoabruzzo in viale Amendola a San Giovanni Teatino. In seguito, arriva anche MotoAbruzzo, sulla Tiburtina, a Pescara, gestita dai figli. «Era una persona ottimista, solare, lungimirante, aveva una straordinaria mente matematica e amava tantissimo i suoi cari», ricorda la nuora Marisa Remigio, «il suo lavoro era anche il suo hobby insieme alla montagna e il buon cibo. Amava Napoli, dove ogni tanto tornava per ritrovare amici e parenti, ma si sentiva abruzzese e pescarese. Una persona speciale, amatissima». Sui social un fiume di affetto e di vicinanza alla famiglia a cominciare dai dipendenti dell'azienda che «si stringono al loro dolore» e ricordano quanto Di Lena fosse un «uomo, padre e imprenditore esemplare».
Oggi le attività di Autoabruzzo Group rimarranno chiuse, informa l'azienda. «Salvatore, oltre a essere un imprenditore illuminato», si legge sui social, «interpretava il suo ruolo di imprenditore come una missione sociale. Lascia una grande eredità di signorilità, sensibilità, umanità e professionalità non comuni». E ancora: «Ha vissuto con passione e umiltà che lo hanno reso un esempio per ogni imprenditore. Non era solo un capo, ma un amico, un mentore e un vero gentiluomo».
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