Abruzzo, per patate e olio i prezzi salgono alle stelle 

L’allarme delle associazioni: «Le famiglie e i produttori in grossa difficoltà»

L'AQUILA. È il prodotto alimentare che ha subìto il rincaro maggiore. Le patate, piatto povero tra i più consumati dagli abruzzesi, hanno fatto registrare un aumento del 26% ad agosto, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Complice anche il calo della produzione, con il 60% del raccolto in meno in Abruzzo, a causa del maltempo. Il dato emerge dall’analisi della Coldiretti sugli effetti dell’inflazione sul carrello della spesa, con rincari pesanti anche per zucchero e olio di oliva. Un litro di olio è arrivato a costare anche 9,30 euro. «L'aumento dei prezzi al consumo e il crollo delle produzioni per patate e olio», dicono le associazioni di categoria, «stanno mettendo in difficoltà famiglie e produttori».
PREZZI ALLE STELLE
A fronte del crollo delle produzioni nazionali, le importazioni di patate straniere sono esplose con un aumento del 27%, che supera il record del mezzo miliardo di chili registrato nel primo semestre dell’anno. «Il risultato», spiega la Coldiretti, «è il crollo delle produzioni, non compensato da aumenti adeguati dei prezzi all’origine anche per effetto della lievitazione dei costi energetici, mentre i prezzi al dettaglio stanno mettendo in grossa difficoltà i consumatori».
A fronte di una quotazione alla produzione agricola in media di 0,54 euro al chilo, i prezzi per i consumatori oscillano tra 1,10 e 2,30 euro al chilo. Circa l'80% degli abruzzesi consuma patate almeno una volta a settimana e tra i principali criteri di acquisto spicca il rapporto qualità prezzo, fattore decisivo per il 53% dei consumatori.
A colpire i raccolti sono stati gli attacchi di elateridi, detti anche ferretti, della famiglia dei coleotteri: parassiti particolarmente dannosi per le patate, ma anche per pomodori, bietola e mais. Altro fattore negativo, i cambiamenti climatici. A rischio, secondo la Coldiretti, è un settore con 47mila ettari di superficie coltivata per una produzione annua di 1,3 milioni di tonnellate proveniente, per quasi la metà, da tre regioni, Abruzzo, Campania ed Emilia-Romagna.
RACCOLTO DISTRUTTO
«Per quanto riguarda la produzione di patate, che si concentra essenzialmente nel Fucino», evidenzia Domenico Roselli, direttore provinciale della Coldiretti L'Aquila, «scontiamo un'annata disastrosa a causa degli eventi calamitosi, perché tali vanno considerati, ovvero le insistenti piogge di maggio e giugno che hanno bruciato oltre il 60% del raccolto e inciso negativamente sulle produzioni rimaste. La seconda semina ha fatto lievitare i costi di produzione. A questo si aggiunge un altro dato significativo: l'Italia è un grande importatore di patate in quanto la produzione nazionale non soddisfa il fabbisogno. Ecco spiegato il rincaro dei prezzi». Roselli ha messo in evidenza un ulteriore fenomeno: «In questo quadro negativo, c'è anche chi sta facendo incetta del prodotto patata per poi rimetterlo sul mercato a costi esorbitanti».
I problemi relativi alla semina hanno riguardato, in particolare, il Fucino. «Abbiamo molte aziende associate della zona», dice Antonio Sichetti, presidente Cia Abruzzo, «che hanno perso l'intero raccolto a causa del maltempo e sono stati costretti a seminare di nuovo. Nel momento in cui la semina non avviene nel periodo giusto, si registra un naturale calo di produzione». Un fattore che ha inciso pesantemente è la restrizione dell'utilizzo dei fitofarmaci, imposta dall'Ue. «Quelli utilizzabili presentano criticità rispetto all'efficacia. Mentre da noi i produttori devono attenersi a controlli rigorosi», spiega ancora Sichetti, «i commercianti importano i prodotti agricoli a basso costo dal Nord Africa, dove si utilizzano ancora i fitofarmaci».
OLIO A PREZZO D'ORO
Insieme alle patate, tra i prodotti che hanno avuto un rincaro pesante figura l'olio di oliva con un costo anche di 9,30 euro al litro: il prezzo più alto nell'ultimo anno.
«Patate e olio sono insieme a pane, pasta e pomodori, alimenti di base per le famiglie», sottolinea Alberto Corraro, presidente Adiconsum Pescara. «I rincari dell'olio di oliva e delle patate, produzioni tipiche abruzzesi, rappresentano l'ennesimo colpo per le famiglie, colpite nei mesi scorsi da un'inflazione al 12% sui prodotti alimentari. I redditi bassi e medi hanno a disposizione sempre la stessa entrata, mentre prodotti di consumo primari, come olio e patate, continuano ad aumentare. Sul prezzo finale incidono il trasporto, che assorbe una quota importante, e i costi dell'energia. Il timore delle associazioni di categoria è che la crisi energetica possa determinare ulteriori aumenti dei prodotti alimentari».
L'Abruzzo è la quinta regione in Italia per la produzione di olio d'oliva con oltre 250mila quintali, di cui quasi il 50% si concentra nella provincia di Chieti, mentre l'altra metà della produzione è ripartita tra Pescara (30%), Teramo (16%) e L'Aquila (4%). Circa 60mila le aziende e 530 i frantoi che operano sul territorio regionale.