I POSTI IN PALIO

Aca, 38 assunzioni con concorso pubblico a Pescara

L’assemblea dei soci dà il via libera al piano triennale per selezionare manager e figure altamente specializzate

PESCARA. L’Aca, l'azienda comprensoriale acquedottistica che riunisce 64 Comuni delle province di Pescara, Chieti e Teramo, si rimette in moto con un piano assunzioni che prevede nei prossimi tre anni l’ingresso di 38 manager da inserire nei ruoli chiave dell’Azienda. Ieri mattina, nel corso della prima assemblea dei soci dopo la nomina di Luca Toro quale presidente del consiglio di amministrazione, è stato deciso di puntare al salvataggio del blasonato carrozzone pubblico scommettendo sul principio che «per crescere e migliorare bisogna fare investimenti».

Tradotto in soldoni, l’azienda che si occupa di acqua, depurazione e fognature, dopo la stagione della «lotta agli sprechi e all'abbattimento dei costi» sotto la guida dell'ex amministratore unico Vincenzo Di Baldassarre, adesso intende puntare su sviluppo e competitività. Sul piatto c’è un piano di investimenti che ammonta a 29 milioni di euro e prevede l’ammodernamento dell’intera rete idrica, il potenziamento del depuratore per metterlo in condizioni di trattare il doppio del refluo fognario ed evitare gli sversamenti nel fiume ad ogni pioggia e la dismissione delle 420 fosse imhoff. I consiglieri di amministrazione ieri mattina si sono confrontati con i soci riuniti in assemblea, i quali come riferisce il presidente Toro si sono mostrati «tendenzialmente favorevoli», anche se da statuto concedere l’ok definitivo alla nuova programmazione spetta all’Ato, l’Ente d’ambito abruzzese per il servizio idrico integrato.

È stato approvato, invece, il piano previsionale pluriennale 2017/19 e il piano delle assunzioni valido dal 2017 al 2019. L’organigramma dell’Aca nel prossimo triennio sarà quindi rivoluzionato e implementato con 38 figure iperspecializzate che saranno selezionate tramite concorsi pubblici. I profili ricercati spaziano dal direttore generale all’energy manager, dal responsabile di controllo e gestione al responsabile del laboratorio di analisi preventive sulla qualità acque, dal responsabile dei processi di depurazione fino ai due addetti all'ufficio gare. Un piano assunzioni ambizioso, concepito come «un’operazione di trasparenza e credibilità».

«L’Aca», rimarca Luca Toro, «ha la necessità di dotarsi di alcune figure fondamentali e qualificate per migliorare la capacità del servizio idrico e portare avanti progetti di ammodernamento delle reti. Chiaramente per migliorare è necessario iniziare a fare degli investimenti, altrimenti questi progetti non si possono avviare. Inizieremo dalle figure apicali, selezionate con concorsi pubblici e inquadrate con contratti di lavoro a tempo determinato».

Alla domanda se le nuove assunzioni non vadano a stridere con i nobili presupposti di contenimento della spesa pubblica, Toro ribatte che «è stato fatto un confronto tra i maggiori oneri derivanti dalle nuove assunzioni, i risparmi scaturiti dal personale in uscita e gli altri accantonamenti, e il risultato è un saldo positivo».

La rivoluzione targata Luca Toro è stata avviata. Ma sono diverse le manovre correttive da introdurre per consentire finalmente di voltare pagina e garantire una gestione virtuosa. Da ente sprecone che fino al 2013 aveva collezionato oltre 100 milioni di euro di debiti verso dipendenti, fornitori, erario, enti previdenziali, Equitalia e Soget - finendo nel vortice di un'inchiesta su presunte tangenti negli appalti, con tanto di arresto per l’allora presidente Ezio Di Cristoforo - oggi, dopo l’approvazione del concordato preventivo per il ripiano dei debiti, sulla spinta della nuova governance, si cerca invece di ricominciare a fare utili. «Il prossimo passo», spiega il neopresidente del cda, «sono gli investimenti. Bisogna effettuare una mappatura georeferenziata delle nostre reti, implementare un sistema di misurazioni della portata e delle pressioni e introdurre sistemi di telecontrollo».

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