Luigi Bosco, morto a 76 anni, in un momento felice con la moglie Luciana Rapposelli

PESCARA

Addio a “Gino” Bosco, il sacrestano dei Gesuiti

L’ex postino è morto a 76 anni. Dopo la pensione ha affiancato i parroci di Cristo Re e supportato anche il prete antiracket Rastrelli. I funerali lunedì a San Giuseppe

PESCARA. È cresciuto all'oratorio dei Gesuiti, Luigi Bosco, per tutti “Gino”, morto a 76 anni venerdì scorso, dopo una malattia. Da ragazzino faceva il chierichetto, nella chiesa del quartiere che lo aveva visto crescere. E nel 1993, dopo aver lasciato il lavoro alle Poste per andare in pensione, è tornato nella “sua” parrocchia al Cristo Re, di via del Santuario, per fare il sacrestano. Col tempo, l’ex portalettere, era diventato un punto di riferimento per tutti, amatissimo dai fedeli che gli chiedevano aiuto per l'organizzazione di matrimoni e funerali. Poi, due anni fa, la malattia e il ritiro a vita privata.

La morte è sopraggiunta in ospedale, la sera di venerdì scorso alle 21, per complicanze dovute ad una serie di patologie contro le quali ha dovuto combattere negli ultimi periodi. Bosco, pescarese, si è spento a 76 anni. Lascia la moglie Luciana Rapposelli, il figlio Tony (che proprio venerdì compiva 46 anni), la nuora Nunu, i nipotini Luigi e Carla di 3 e un anno. I funerali si terranno domani alle 10,30 nella chiesa di San Giuseppe, in zona ospedale, dove la famiglia, che ha lottato anche contro il Covid in questo periodo, vive da anni. La cerimonia sarà celebrata da don Achille e padre Rosario. Bosco è rimasto 24 anni ai Gesuiti, ha collaborato con i sacerdoti che hanno fatto la storia della parrocchia: padre Cialente, padre Pezzimenti, padre Massimo Rastrelli, il prete antiracket; padre Mucci, don Tommaso, padre Pino. "Era molto legato anche al vescovo, monsignor Tommaso Valentinetti", rivela il figlio Tony, ex autista di Nino Sospiri, che vive in Francia, "papà se ne è andato nel giorno del mio compleanno. Mi diceva sempre: non litigare mai con nessuno. Era un uomo buono, sempre disponibile verso gli altri, un padre e un nonno affettuoso. Era un accolito ai Gesuiti, preparava le celebrazioni insieme ai parroci. Non ha mai dimenticato i nomi delle persone che aveva incontrato e aiutato a organizzare matrimoni, battesimi e funerali".

Con Luciana, originaria di Chieti, si era sposato il 16 giugno 1974, a Villa Obletter. "È stato un padre e un nonno amorevole", racconta la moglie, "adorava i suoi nipotini, era felice quando poteva stare con loro". Chi lo ha conosciuto e amato lo chiamava semplicemente Gino. Tra gli amici che gli dicono addio, Roberto Falone, che di spettacoli ne ha organizzati tanti nella chiesa dei Gesuiti. La salma di Luigi Bosco riposerà nel cimitero dei Colli.

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