Adolfo Ceccherini: io, partigiano di 101 anni festeggio il 25 Aprile 

Le memorie dell’ultimo reduce pescarese svelate dal figlio Aldo: «Iniziò a fare la staffetta a 22 anni, mentre era sfollato a Collecorvino»

PESCARA. «Un giorno a Civitaquana, con altri partigiani, mio padre catturò un gerarca fascista italiano. E mentre lo portavano in questura a Pescara, lui li implorava: “Non uccidetemi”».
È uno degli episodi drammatici raccontati da Adolfo Ceccherini, partigiano pescarese 102 anni a novembre, al figlio Aldo, assicuratore 61enne, che custodisce le sue memorie e le rivela alla vigilia del 25 aprile, festa della Liberazione dal nazifascismo in Italia. «Le ha scritte lui quando alcuni anni fa ha imparato a usare il computer», rivela Aldo, che si chiama come il nonno legionario a Fiume, «ci ha sempre fatto rivivere le sue paure, e tutto ciò che accadde dopo l’8 settembre ’43. Con la madre Lidia Accorona, “ragazza” del ’99, e le sorelle Licia e Lea che non ci sono più, si ritrovò sfollato a Collecorvino dove c’era un comando tedesco. Aveva 22 anni e il suo contributo era quello di comunicare alle forze alleate i movimenti dei tedeschi. Si muoveva in un contesto carico di tensioni e difficoltà insieme ad altri amici. Avevano tutti tanta paura. Un giorno scovarono una pistola e, talmente tanto era lo spavento per la reazione dei tedeschi se li avessero trovati armati, che la ributtarono nei campi».
Adolfo Ceccherini è nato a Pescara il 23 novembre 1921. Rimasto orfano di padre, da adolescente, si arruolò in Marina a Roma, seguendo le sue orme. «Era nei servizi segreti della Marina, nel '43 quando tornò a Pescara, un po’ a piedi, un po’ in treno», racconta il figlio Aldo, «trovò la sua casa di viale Sabucchi ancora in piedi, nonostante i bombardamenti di agosto, ma completamente ripulita. Non c’era più nulla. Furono i vicini a dirgli che la madre e le sorelle erano sfollate a Collecorvino. E le raggiunse. Lì cominciò la sua attività di staffetta partigiana per aiutare la popolazione. Ci racconta sempre di quella volta a Civitaquana, quando, con gli amici partigiani catturarono un gerarca fascista italiano che li implorava di non ammazzarlo mentre lo portavano in questura a Pescara». Dopo la guerra Adolfo riprese la sua vita.
Diventò maestro elementare a Roccacaramanico «insegnava a leggere e scrivere, ma anche come curare le ferite» svela Aldo Ceccherini, «dal 1956 al 1986 è stato assicuratore e poi è andato in pensione. Un suo collega era il senatore Nevio Felicetti ed era amico del fratello del medico di Togliatti, Mario Spallone». Nel 1955, a 34 anni, Adolfo convolò a nozze, ai Gesuiti, con Annamaria Marullo, originaria di Derna in Cirenaica. Il padre, Noè, commerciante di derrate alimentari, scappò dalla Libia e con la famiglia si rifugiò a Pescara dove Annamaria e Adolfo si incontrarono. Dall’unione nacquero Aldo, che porta avanti l’attività di famiglia e Lidia, sposata a un bancario.
È circondato dall'affetto dei suoi nipoti, tra i 28 e i 34 anni, Luca, Simone, Giuseppe e Andrea. «Papà oggi ha 102 anni», conclude Aldo, «trascorre il tempo guardando la tv accudito da mamma, di 13 anni più giovane. È appassionato di film western, il suo idolo è John Wayne, fino a due anni fa costruiva modellini dei treni. Nei suoi ricordi c’è la Pescara di un tempo, quando i giovani si radunavano nelle case ad ascoltare musica, socializzare e partecipare alle riunioni dei partiti di sinistra all'Esplanade».