Aggressioni e rapine a Pescara Vecchia, si punta sui selfie / Video

Domani gli interrogatori dei primi ragazzini accusati di violenza nelle notti della città da bere. Determinanti, per gli inquirenti, le ricerche sui social network, specie gli autoscatti con caschi e pistole

PESCARA. I selfie con le pistole nei pugni, gli sguardi da duri, gli orologi, le catene e gli anelli d’oro. Gira intorno agli autoscatti pubblicati su Facebook la fase bis dell’indagine sugli episodi di knock-out game, le aggressioni con i bersagli scelti a caso tra la folla, e sulle rapine con pestaggi ai minorenni. Dopo i 6 arresti – tre sono minorenni – e le 4 denunce di venerdì, la squadra mobile vuole allargare il cerchio agli altri complici delle due baby bande e per farlo si cercano i collegamenti virtuali, cioè le amicizie su Facebook da riscontrare poi con i riconoscimenti delle vittime di botte a caso e delle rapine. Nomi e cognomi che potrebbero allungare l’elenco degli indagati già da domani, quando i due minorenni arrestati saranno interrogati nell’istituto di Casal del Marmo in cui si trovano da tre giorni.

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«Quindici-20 persone». Finora, sono 10 i coinvolti, tutti dai 15 ai 24 anni, compresa una ragazza di 17 anni. Ma dalle testimonianze delle vittime, i componenti delle bande potrebbero essere di più. Sì perché, ascoltato dalla squadra mobile, uno degli aggrediti in via dei Bastioni nella notte del 30 aprile scorso – l’episodio che ha portato in carcere Fabrizio De Florentiis, 24 anni di Pescara – ha parlato di «15-20 persone, sedute sul muretto di cinta della chiesa di San Cetteo». Tramite la catena delle amicizie su Facebook e i «mi piace» sulle fotografie, la polizia vuole allargare l’elenco dei sospettati. «In questo gruppo, tra gli altri», continua il racconto, «ho visto un giovane, alto circa un metro e 75 un metro e 80, con capelli biondi raccolti, occhi azzurri, che aveva iniziato a fissarmi tenendo le braccia conserte, quasi attendendo una mia reazione. Ma io non ho reagito: sapevo che se avessi reagito a quella provocazione sarei stato aggredito da tutti gli amici di quel ragazzo, per cui ho accompagnato il mio amico in un locale». Poi, sono arrivate le botte senza motivo.

«Bloccato da 5 o 6 ragazzi». Anche per l’aggressione nella notte tra il 26 e il 27 aprile scorsi – quella che ha portato ai domiciliari l’albanese residente a Francavilla, Fabjol Berisha, 18 anni – la polizia cerca i complici: un testimone ha dichiarato di aver cercato di difendere l’amico dall’aggressione «ma all’improvviso sono sopraggiunti altri 5 o 6 ragazzi che mi hanno preso a calci e pugni e si sono allontanati subito».

Banda della Multipla. La polizia vuole capire, poi, se della banda della Multipla, con a capo Elvis Neziri, 20 anni di Pescara, ai domiciliari, fanno parte anche altri individui con gli stessi tratti distintivi di Neziri: «Una spiccata abilità e spregiudicatezza nel commettere rapine in danno di minorenni, conducendoli in luoghi isolati con degli stratagemmi, sottraendo loro ogni bene dopo averli picchiati, elementi senz’altro sintomatici», fa notare il gip Gianluca Sarandrea su una delle ordinanze di custudia, «di una sua evidente propensione alla commissione di azioni penalmente rilevanti, perciò appare altamente probabile il rischio che l’indagato, se lasciato in libertà, possa tornare a compiere condotte analoghe».

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