Appalti Asl, i segreti intercettati

Alderighi al telefono tira in ballo la direttrice Di Pietro, ecco i verbali

PESCARA. «Hanno fatto la gara sull’Odontoiatria, lì se lui bloccasse la commissione sarebbe meglio sennò succede un casino. Stanno a fare una manovra per favorire uno. Siccome questa cosa si sa, succederà un casino». 24 ottobre 2008: Riccardo Alderighi, direttore del distretto sanitario di Scafa, parla al telefono. La conversazione è precedente al suo arresto (ai domiciliari) del 4 giugno 2009, una misura cautelare che non gli ha evitato di tornare alla guida della struttura. Il messaggio di Alderighi è per Antonio Balestrino, manager della Asl di Pescara prima della nomina di Claudio D’Amario: «Mò, insomma, se lui riuscisse a bloccare e vedere un po’, sarebbe meglio», confida Alderighi alla segreteria di Balestrino. Anche questa conversazione spiata, secondo gli investigatori, è una prova dell’intreccio tra interessi privati e appalti pubblici nella sanità pescarese.

LA DIRETTRICE. Nelle carte giudiziarie dell’inchiesta di Scafa si parla di trattative, gare, appalti. Nelle migliaia di fogli viene citata anche Tea Di Pietro, direttrice amministratriva della Asl che si è dimessa quattro giorni fa: Di Pietro non è coinvolta nell’inchiesta ma, in un documento trasmesso al gip Luca De Ninis, il pm Gennaro Varone sottolinea «rilevanti anomalie nella gestione degli appalti».

I LAVORI FERMI. Da Scafa a Pescara: l’attenzione degli investigatori, oggi, è proiettata sui lavori bloccati del polo materno-infantile dell’ospedale. Un cantiere, lievitato da 2,3 a 7 milioni di euro a causa di aumenti di spese in corso d’opera accordati alle ditte pugliesi vincitrici dell’appalto, la Cre impianti tecnologici rappresentata da Marco Piancone e la Edilcap di Pasquale Capocasale. Gli atti dell’appalto sono stati acquisiti dalla polizia.

LA GARA PILOTATA. L’appalto milionario del palazzo rosso, tra via Paolini e via Rigopiano, non è l’unico sotto la lente d’ingrandimento della procura: in una informativa della squadra mobile relativa all’inchiesta sul distretto di Scafa, si afferma che è «prassi consolidata bypassare le gare». Come? Dichiarando «l’infungibilità» di un bene da acquistare e cioè predeterminandone a tavolino le caratteristiche a vantaggio di imprese amiche: così, a Scafa è stato acquistato, il 31 marzo 2008, uno spirometro da 47 mila euro. Anche in questo acquisto Di Pietro è presente: a giudicare la ditta Sensor medics srl come «unica società ad aver ottenuto un giudizio d’idoneità sull’offerta tecnica presentata» è la commissione di gara formata da Di Pietro come responsabile del procedimento, Antonella Cuzzi, Luisa Evangelista e Antonello Scudieri. Lo spirometro acquistato a Scafa è stato comprato anche all’ospedale di Pescara.

I DENTISTI. La dottoressa Di Pietro viene tirata in ballo durante una discussione del 27 ottore 2008 tra Alderighi e la sua segretaria Nadia Nubile. Nubile, coinvolta nell’inchiesta di Scafa, spiega che una commissione di gara si è insediata per svolgere compiti burocratici. Alderighi la interrompe: «Ma che cazzo dicono, hanno aperto le buste». Nubile fa l’elenco dei medici e spiega che in commissione c’è «anche Conversano che sarebbe stato messo dalla dottoressa Di Pietro». Alderighi chiede: «E perché l’hanno messo in commissione?». Nubile: «Questo l’ha fatto la dottoressa Di Pietro». Alderighi, allora, inveisce contro Di Pietro ritenendola un ostacolo, e chiude la conversazione: «Vuol dire che hanno la coscienza molto sporca». La commissione, con il componente sostenuto dalla dottoressa Di Pietro, non va giù ad Alderighi che prova a fermare l’iter contattando Balestrino e inviandogli un fax. Il risultato è che Balestrino si nega e, pressato da Alderighi, disdice anche una cena con lui. Alderighi commenta il rifiuto di Balestrino con Donato Di Matteo, nel 2008 assessore regionale ai Trasporti: «Questo è pazzo», dice riferendosi a Balestrino. Di Matteo: «Ma perché s’è incazzato?». Alderighi: «Ma che ne so». Di Matteo parla di commissione e gara: «Non so se hai visto, lì è tutto Arcieri, tutta roba loro».

«I RIUNITI». In un’altra conversazione intercettata del 15 settembre 2008 con il dottor Lucio Taurozzi, Alderighi parla di postazioni per dentisti acquistate per il distretto di Scafa. Ma «i riuniti» sono stati inviati anche a Popoli e questo non è piaciuto al direttore del presidio di Scafa. Dell’estensione, secondo Alderighi, è responsabile «la Di Pietro che ha fatto entrare di fianco anche Popoli».